Bar "sfrattato" in trincea Arengario-bis nel mirino

Ricorso degli ex gestori del Bistrot Duomo contro il trasloco di Mondadori. Ma il Comune si oppone: "Nella nuova libreria non c’è più quello spazio". .

Bar "sfrattato" in trincea  Arengario-bis nel mirino

Bar "sfrattato" in trincea Arengario-bis nel mirino

di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

MILANO

C’è una spada di Damocle sul progetto che punta ad ampliare gli spazi del Museo del Novecento. I titolari della società che fino all’anno scorso gestiva il bar interno del Mondadori Megastore di piazza Duomo hanno presentato ricorso al Tar per ottenere l’annullamento sia della delibera di Giunta che ha disposto l’annessione dell’edificio denominato "Secondo Arengario" al percorso di visita dello spazio espositivo sia la convenzione stipulata con Mondadori Retail per il trasloco della libreria poche decine di metri più in là, all’angolo tra via Dogana e via Mazzini. Sì, perché lo spostamento, con riduzione degli spazi di circa 400 metri quadrati, ha fatto "scomparire" il Bistrot Duomo, il punto di ristoro interno, con disdetta del contratto con la OD Break srl a partire dal 30 giugno 2022. Pochi giorni prima della deadline, i lavoratori a rischio licenziamento si erano ritrovati davanti a Palazzo Marino per protestare contro la chiusura. In quell’occasione, Mondadori Retail aveva spiegato in una nota di aver "informato in via ufficiale, fin dal febbraio 2022, OD Break del termine del contratto di affido di reparto". Ora si scopre che sia la srl che la società che la controlla si sono rivolte alla giustizia amministrativa per bloccare tutto, anche se in realtà il trasferimento di sede è già andato in scena nei mesi scorsi (così come il rilascio dei locali da parte dei gestori del bar). L’udienza è stata fissata per il 7 giugno.

Dal canto loro, come si legge in una recente delibera di Palazzo Marino, i legali dell’amministrazione sono convinti che l’azione legale sia irricevibile, in quanto i ricorsi sarebbero stati presentati fuori tempo massimo, oltre il termine di 120 giorni dalla pubblicazione del provvedimento comunale sull’albo pretorio. E ancora: per gli avvocati del Comune, il ricorso sarebbe "inammissibile" perché le socierà coinvolte "non sono titolari di un rapporto giuridico" con l’amministrazione, "ma esclusivamente con la società Mondadori". Infine, si legge, "le ricorrenti non possono aspirare a occupare i nuovi locali concessi a Mondadori per l’esercizio dell’attività di libreria, in quanto all’interno dei medesimi non è previsto l’esercizio di attività di somministrazione".

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