ANDREA GIANNI
Cronaca

Bar chiusi in Centrale. La rabbia e l’amarezza dei 68 dipendenti: "Qui pure Zoff e Zeman"

Il ricordo torna ai clienti vip tra la folla frettolosa dei viaggiatori. Presidio davanti alla stazione: ora ci inseriscano in altri locali.

Il ricordo torna ai clienti vip tra la folla frettolosa dei viaggiatori. Presidio davanti alla stazione: ora ci inseriscano in altri locali.

Il ricordo torna ai clienti vip tra la folla frettolosa dei viaggiatori. Presidio davanti alla stazione: ora ci inseriscano in altri locali.

Nella folla frettolosa dei viaggiatori che si sono fermati per un caffè o un panino al Bar Centrale o al Gran Bar, il ricordo torna ai volti di clienti vip in sosta prima di prendere il treno. Star del calcio come Dino Zoff, Zdeněk Zeman o Tacconi, il giornalista Giampiero Mughini, il cantautore Roberto Vecchioni, politici diretti a Roma. "Lavoro qui dal 2013 e abbiamo vissuto anni d’oro – spiega uno dei dipendenti –. Il periodo dell’Expo, la ripartenza dopo la pandemia in locali in una posizione strategica e simbolica. Fino a quando ci hanno comunicato la chiusura, disinteressandosi del nostro destino. Ho due figli, questi licenziamenti avranno un pesante impatto sulle vite di tutte le famiglie". Per chiedere "attenzione" alle istituzioni e alle società coinvolte, i lavoratori questa mattina sono in presidio davanti alla Stazione Centrale, che registra flussi record di passeggeri.

Sono 68 dipendenti della Sarf Spa, società che da oltre 40 anni gestisce tre ristoranti al piano binari dello scalo (Bar Centrale, Gran Bar e Burger King) finiti sotto sfratto. Locali che, nelle prossime settimane, dovranno chiudere i battenti, con conseguente licenziamento collettivo. È la prima di una serie di giornate di sciopero proclamate dai sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. "I locali sono di proprietà di Grandi Stazioni Retail Spa – spiegano Isabella Tonoli (Cgil), Alessandro Ingrosso (Cisl) e Valeria Cardamuro (Uil) – che ha scelto di disinteressarsi totalmente del problema e della sua responsabilità sociale. Grandi Stazioni è intenzionata a ristrutturare e parzialmente cambiare la destinazione d’uso di diversi spazi ma non ha nessuna intenzione di mettere nelle condizioni il sindacato affinché possa aprire un tavolo di discussione e cercare di ridurre così al minimo l’impatto sociale di questa triste vicenda". Strategie e un risiko legato agli spazi (complessivamente lo scalo ospita circa 130 unità commerciali con 1.100 persone impiegate) che ha lasciato nell’ombra la sorte di chi in quei bar ci ha lavorato per anni. "Tali chiusure non sono riconducibili ad azioni o decisioni dirette della società – precisa Grandi Stazioni Retail – ma sono dovute esclusivamente alla conclusione dei contratti di affitto in essere, definita a seguito di un accordo transattivo tramite il quale è stato definito il rilascio anticipato dei locali a fronte di significative rinunce economiche da parte di Gsr". La società, quindi, "non ha alcun ruolo nella gestione diretta del personale, che dipende da Sarf".