
Milano, 25 luglio 2023 – Finora non vi ho considerato ragazzini, perché ci vuole rispetto prima di tutto, perché quando mi dite di venire sempre a sinistra e a destra io ci sono sempre per voi, ma lui dopo non mi risponde al telefono. Perché fa così? Io ci sarò fino alla fine, fino alla morte, nessuna persona gioca a parte, perché ci metto due secondi a cambiare persone e idea. Lo sa che il problema che non so nemmeno dov’è la macchina, neanche la via, io mi trovo nella comunità, io non vado, lui non va...".
Le ‘regole’ di Alan Spada
Le regole di Alan Spada declinate in una telefonata con l’allora quindicenne E.S.
È il 26 gennaio 2022, e quello è il periodo che gli investigatori definiranno "fase 2": il pluripregiudicato trentanovenne, leader del campo nomadi di via Negrotto, il minorenne e il ventenne Emanuele Sainovic hanno deciso di prendersi una pausa dopo la prima raffica di cinque raid a mano armata concentrati tra l’8 e il 21 gennaio, spaventati dal clamore mediatico suscitato dal colpo all’Eurospin di Bellano e impegnati a far sparire le tracce che portano a loro.
A cominciare dall’Audi A4 rapinata il 19 gennaio all’autosilo Pola all’Isola, utilizzata due giorni dopo per la rapina in riva al lago e poi parcheggiata a pochi chilometri dalla comunità di Colico dove Spada sta trascorrendo il periodo di affidamento terapeutico.
In permesso dalla Comunità
In realtà, entra ed esce con frequenza, approfittando dei permessi che gli vengono accordati per andare a trovare la moglie nei palazzoni di viale Sarca. E in quei giorni la più attiva è proprio lei, M.B.: chiama la suocera e la madre di Sainovic, è preoccupata che la A4 colleghi il marito all’irruzione all’Eurospin.
"Adesso la devono spostare – dice intercettata a fine gennaio – perché anche il gagio (termine con cui i rom definiscono i non appartenenti alla loro comunità, ndr ) ha detto che la devono spostare la macchina, perché la macchina si trova nei pressi della comunità e se non vuole andare in galera bisogna spostarla".
Alla fine, Spada in cella ci finisce comunque, un paio di mesi dopo. Il 25 marzo, gli agenti della Mobile e dei commissariati Greco-Turro e Quarto Oggiaro si presentano in via Negrotto per eseguire un ordine di carcerazione di 8 anni emesso dal Tribunale di Livorno. Amici e parenti lanciano sassi contro le Volanti, ma i poliziotti riescono comunque ad ammanettarlo. La cattura ha un effetto immediato sulla gang, che all’improvviso esce di scena. Perso il capo, i complici decidono di chiudere la serie che fino a quel momento aveva fruttato 50mila euro di bottino.
Assalti ai distributori automatici
Le indagini , però, non si sono mai fermate. E ieri gli investigatori dell’Arma hanno chiuso il cerchio, eseguendo le due ordinanze di custodia cautelare emesse rispettivamente dal gip del Tribunale Lorenza Pasquinelli per i maggiorenni e dal gip del Tribunale per i minorenni Irina Grossi per l’adolescente E.S.: Spada si è visto recapitare la misura a San Vittore, lì dov’è finito pure Sainovic; il sedicenne è stato invece trasferito in una comunità educativa, dalla quale potrà uscire solo in date e orari definiti e accompagnato dal personale del centro. È stato proprio Alan, già arrestato nel dicembre del 2014 come membro di un gruppo specializzato negli assalti ai distributori automatici di carburante, il primo a essere individuato come possibile componente del trio.
La pista fino al campo rom
Il 12 gennaio 2022 , a quattro giorni dal raid d’esordio in un hotel di Pero, i militari, coordinati dal pm Simona Ferraiuolo e dal maggiore Daniela Nuzzo, si concentrano su una Golf nera, che spunta in tutti i punti di passaggio delle altre macchine rubate da Spada e compagni per i colpi. Il veicolo, intestato a un prestanome, porta al campo di via Negrotto.
Basta una rapida analisi dei social per trovare il profilo Facebook del pluripregiudicato e associarne volto e corporatura a uno dei banditi mascherati. Un dettaglio determinante per il riconoscimento è una croce stilizzata poco sopra lo zigomo destro: in quel punto, non a caso, uno dei rapinatori ha applicato un cerotto rotondo, "utilizzato potenzialmente – ragiona il giudice – per coprire il suddetto tatuaggio, ritenuto evidentemente un chiaro segno distintivo individualizzante".
Su TikTok frasi da ‘criminale’
È la pista giusta: pian piano, i militari raccolgono altri elementi per inchiodare sia lui che i due complici; a Sainovic, in particolare, arriveranno anche grazie ai video che posta su TikTok, con musica neomelodica e frasi che fanno esplicito riferimento alla vita da criminale ( "Io sono un ragazzo che da quando sono nato aveva il padre carcerato... io sono uno di quei ragazzi che rischiano... la legge della strada non si può cambiare..." ).
È lui , accerteranno le indagini, il discepolo di Spada, che ha quasi il doppio dei suoi anni e vanta un pedigree criminale di primo piano. Cinque anni fa, il suo nome era finito pure negli atti dell’operazione "The Hole" dell’Antidroga di via Moscova, che aveva smantellato un imponente giro di spaccio di coca tra i vip del centro: per lui e la madre Teresa Sainovic, il giudice non aveva ravvisato il quadro di gravità indiziaria tale da accogliere la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura, ma l’inchiesta aveva fatto comunque emergere il rapporto strettissimo con i fratelli D’Aiello, la gestione condivisa dei "cavallini" e il diktat di versare mille euro al mese ai parenti dei pusher arrestati.