ANNA GIORGI E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, bambino ucciso a 11 anni da un ubriaco senza patente: nessun risarcimento alla famiglia di Momo

La beffa dopo la tragedia: nemmeno un euro per la morte del piccolo falciato da un pirata. "Il dolore non passerà mai, ma ora ci sentiamo presi in giro"

Milano, via Bartolini: il luogo dov'è stato investito e ucciso Mohanad "Momo" Moubarak

Milano, via Bartolini: il luogo dov'è stato investito e ucciso Mohanad "Momo" Moubarak

La tragedia e la beffa. Perché la famiglia del piccolo Momo Moubarak, il bimbo di 11 anni travolto e ucciso da un’auto mentre andava in bicicletta, non avrà alcun risarcimento. "Per noi è una beffa. Un altro dolore che si aggiunge a quello devastante della perdita di Momo" commenta Gianni Moubarak, lo zio del bambino.

I motivi sono da ricondurre a questioni puramente “burocratiche“: la "condotta posta in essere dall’imputato di guidare senza patente e di utilizzare un’auto immatricolata in altro Stato presa a noleggio da altra persona, ha di fatto impedito alle parti civili", ossia alla famiglia della vittima, "di ottenere il risarcimento del danno direttamente alla compagnia assicuratrice del veicolo".

Lo scrive il giudice dell’udienza preliminare di Milano Massimo Baraldo nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 12 luglio, con rito abbreviato ha condannato a 8 anni di reclusione Nour Amdouni, 20enne arrestato il 18 agosto del 2022 per omicidio stradale con l’aggravante della fuga per aver travolto e ucciso Momo in sella alla sua bici, in via Bartolini, poco lontano dal ristorante del padre, il 9 agosto.

I familiari del bimbo, come si legge nelle motivazioni della sentenza, non sono ancora riusciti ad ottenere un risarcimento "stante l’immatricolazione all’estero del veicolo e le ovvie limitazioni di responsabilità opponibili" e sono stati costretti a rivolgersi all’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, "non avendo ancora provveduto al pagamento la compagnia designata".

“Il dolore non passerà mai – dice lo zio –. Ora ci sentiamo presi in giro di nuovo, dopo la condanna-beffa di 8 anni". Come ricostruito nell’indagine della polizia locale e del pm Rosario Ferracane, il ventenne aveva assunto cannabinoidi, guidava con una gamba ingessata, senza patente. Si era, poi, costituito dopo quattro ore ed era arrivata per lui un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

A metà marzo il gup Lorenza Pasquinelli aveva respinto un’istanza di patteggiamento a 5 anni, ritenendo la pena incongrua. All’imputato, difeso dai legali Robert Ranieli e Niccolò Vecchioni, nel processo abbreviato sono state riconosciute dal gup Baraldo le attenuanti generiche. Tuttavia, con una "riduzione della pena in misura minima avuta riguardo alla condotta complessiva dell’imputato e alla mancanza di qualsivoglia forma di risarcimento del danno". Va comunque valutato "positivamente", scrive il gup, "il ripensamento dell’imputato", che si è "presentato agli uffici di Polizia seppur tardivamente". Due giorni dopo la sentenza era uscito dal carcere ed era stato messo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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