Due bambini vittime di padri orchi: "Dopo il lockdown, boom di denunce"

L’allarme del procuratore capo del pool fasce deboli: con le scuole chiuse manca una rete di assistenza

Violenze sui bambini

Violenze sui bambini

Milano, 12 luglio 2020 -  «Il post lockdown segna una escalation di violenze molto preoccupante, una recrudescenza del fenomeno non solo nei numeri, ma soprattutto nelle modalità, divenute decisamente più aggressive, parliamo di violenza incontrollata, di violenza cieca e fine a se stessa, ma ciò che preoccupa di più è la violenza sui bambini". A lanciare l’allarme perché di fronte all’aumento di comportamenti inaccettabili nessuno finga di non vedere è il procuratore aggiunto Letizia Mannella che chiede "Un lavoro di squadra fra investigatori, servizi sociali perché la situazione rischia di sfuggire di mano. Solo negli ultimi sette/dieci giorni abbiamo avuto due casi di brutti abusi sessuali nei confronti di minori, consumati in famiglia. Il trend delle denunce è tornato alto dopo il periodo di lockdown, perché registra anche a situazioni avvenute nel periodo della convivenza forzata in famiglia". Per il procuratore capo del pool Fasce deboli la situazione degli abusi sui bambini è davvero grave, con le scuole chiuse e la ripresa del lavoro molte famiglie non sono più in grado di occuparsi dei figli piccoli e i bambini restano soli in casa, oppure vengono affidati ad amici o a parenti. A volte situazioni borderline che sfociano in aggressioni e dunque in abusi, botte, umiliazioni e addirittura in atti sessuali.

Nel post-lockdown siamo tornati da subito ai livelli di denunce precedenti, ma l’elemento nuovo è che si tratta di violenze pesantissime, fisiche e psicologiche, molto più “cattive” rispetto a prima. Abbiamo padri e compagni che massacrano di botte e picchiano selvaggiamente i bambini ogni giorno". Come si spiega questo aggravamento della violenza? "Con l’esplosione di una rabbia feroce repressa per mesi, con un impoverimento generale dovuto alla mancanza di lavoro e anche con una totale assenza dell’assistenza domiciliare da parte dei servizi sociali che hanno potuto riprendere il loro lavoro solo da poco. Quindi da un lato è mancata l’assistenza sociale e dall’altro è aumentata la rabbia sociale che in famiglia si sfoga contro il più debole. Anche le scuole hanno un ruolo fondamentale. Fino a quando sono chiuse i bambini sono costretti a restare in casa".

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