Bakayoko perquisito, cosa dice il giocatore del Milan e qual è la versione della Questura

Milano, il caso del calciatore fermato in zona Gae Aulenti dagli agenti di polizia armati. Ecco cosa sappiamo

Milano, 20 luglio 2022 - "Il problema non è l'errore ma la metodologia utilizzata. Mi sono ritrovato l'arma a un metro da me. Ci hanno chiaramente messo in pericolo a prescindere dalle ragioni che hanno portato a fare questo". Così Tiemoué Bakayoko, centrocampista del Milan, ha commentato sul suo profilo Instagram il controllo da parte della polizia di Milano, ripreso con un video pubblicato sui social. "Le conseguenze - spiega - sarebbero potute essere più gravi se non avessi mantenuto la calma, se non avessi avuto la possibilità di fare il lavoro che faccio ed essere riconosciuto in tempo". Ma cosa è successo lo scorso 3 luglio nella zona tra piazza Gae Aulenti e corso Como? E qual è la versione fornita dalla Questura?

Il controllo in zona a Gae Aulenti

Bakayoko bloccato e perquisito
Bakayoko bloccato e perquisito

Tiemoué Bakayoko viene fermato il 3 luglio mentre al volante di un Suv sta transitando nella zona di piazza Gae Aulenti. In quel momento gli agenti di polizia, impegnati a indagare sulla sparatoria avvenuta in corso Como tra marocchini e senegalesi, bloccano l'auto e armi in pugno fanno scendere il conducente. Un equivoco causato dal fatto che il giocatore del Milan e l'altra persona in macchina indossavano una maglietta verde e corrispondevano alla descrizione dei partecipanti alla sparatoria.

Cosa ha detto Bakayoko

Bakayoko racconta la disavventura su Instagram
Bakayoko racconta la disavventura su Instagram

"L'errore è umano, ma il modo e la metodologia utilizzati sono un problema per me", le parole di Bakayoko sui social. "Penso che si sia andati oltre il dovuto. Perché non mi hanno fatto un controllo adeguato chiedendomi i documenti del veicolo, semplicemente comunicando? Nel video che è stato pubblicato sui social network, non vediamo tutto. Questa è la parte più tranquilla di tutto ciò che è successo. Ho avuto una pistola a un metro di distanza da me, sul lato del finestrino del passeggero. Hanno chiaramente messo le nostre vite in pericolo, non è accettabile".

La ricostruzione della Questura

La polizia di Stato ha sottolineato come le misure prese, tra cui la decisione di operare con armi in pugno, siano state dettate dalle necessità del contesto operativo. "Con riferimento al video diffuso, relativo a un controllo effettuato da un equipaggio dell'Upg-Sp a carico del calciatore del Milan Tiemoué Bakayoko - è la nota pubblicata - si rappresenta che lo stesso, occorso in un contesto operativo che giustificava l'adozione delle più elevate misure di sicurezza, anche in funzione di autotutela, si è svolto con modalità assolutamente coerenti rispetto al tipo di allarme in atto. Identificata la persona e chiarita la sua estraneità ai fatti per cui si procedeva, il servizio è ripreso regolarmente senza alcun tipo di rilievo da parte dell'interessato".

Le spiegazioni del sindacato

Successivamente, nel corso della giornata, sono arrivate anche le dichiarazioni di Dino Rizzi, segretario regionale del Siap (Sindacato italiano appartententi polizia) che ha voluto sottolineare lo "stupore" degli agenti delle volanti in seguito alle dichiarazioni pubblicate su Instagram dal centrocampista francese. "Molti agenti sono davvero stupiti non solo per questo episodio avvenuto il 3 luglio ed emerso solo ora, ma anche perché lì per lì Bakayoko non aveva espresso alcuna rimostranza, anzi, con tranquillità, capito l'equivoco, l'operatore che lo aveva perquisito gli aveva spiegato tutto: della segnalazione che parlava di suv e della maglietta verde a quello che era accaduto poco prima con due persone di colore ferite nel corso di una serie di aggressioni incrociate tra bande di africani. Sapeva tutto. 

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