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Lautaro Martinez condannato per aver licenziato la baby sitter malata di tumore e poi morta. Il calciatore: vogliono solo soldi da noi

Dovrà pagare i danni gli eredi della giovane, una ventisettenne argentina, per non aver calcolato correttamente il tetto massimo di assenza per malattia. Il bomber su Instagram: abbiamo dovuto convincere la famiglia a venire a prendersi cura della figlia che stava morendo

Lautaro Martinez condannato per il licenziamento della baby sitter

Milano, 11 ottobre 2023 – Lautaro Martinez, attaccante argentino dell’Inter è stato condannato dalla sezione Lavoro del Tribunale di Milano per l'ingiusto licenziamento dell'ex baby sitter, morta all’età di 27 anni nel gennaio del 2023 per un tumore. L'attaccante dell'Inter dovrà versare la retribuzione che non riconobbe alla ragazza ai genitori di lei, suoi eredi, perché calcolò in modo sbagliato il superamento del periodo di comporto, cioè il tetto massimo per le assenze per malattia.

La sentenza

Il licenziamento della ragazza, 27 anni argentina, era stato giustificato con l’aver sforato il tetto massimo previsto per le assenze per malattia. Tesi non accolta dal Tribunale e il giocatore è stato così condannato a risarcire la famiglia della giovane.  Fallita la conciliazione, la causa è andata avanti e alla fine il Tribunale ha calcolato che, "considerata l’anzianità di servizio e l'aumento del 50% previsto in caso di malattia oncologica, avrebbe dovuto essere applicato un periodo di comporto di 67,5 giorni rispetto ai 49 calcolati da Lautaro". Per il giudice "non è credibile che Lautaro non fosse a conoscenza dello stato di salute" della baby sitter.

La malattia

La baby sitter, otto mesi dopo l'assunzione in casa Martinez aveva accusato fortissimi dolori all'addome. In ospedale, la diagnosi della terribile malattia, con cui la ragazza ha dovuto convivere per diversi mesi, e il lungo ricovero.

Nessun accordo

In contemporanea è arrivato il licenziamento. La famiglia della giovane ha sostenuto che Lautaro terminò il rapporto di lavoro "dal 10 luglio 2022 nonostante lei fosse ricoverata a causa di malattia oncologica", circostanza, quest'ultima, che le avrebbe dato diritto a più giorni di assenza retribuiti. Il giocatore argentino si è difeso sostenendo di non sapere della grave patologia e aveva chiesto il rigetto del ricorso. Ora la sentenza di condanna per l’attaccante interista.

Il post di Martinez
Il post di Martinez

La replica di Lautaro

"Ho deciso di rimanere a lungo in silenzio per rispetto verso una famiglia che non ce l'ha mai avuta con noi. Ma non permetterò che infanghino la mia”. Così l'attaccante dell'Inter Lautaro Martinez in una storia sul suo profilo Instagram. “Abbiamo assunto una persona già malata - scrive in spagnolo -, amica di una vita, fino a quando purtroppo non ha potuto più lavorare perché la sua malattia non glielo permetteva. Dopo avere fatto molto per lei e la sua famiglia, facendoci carico dei biglietti per il loro arrivo, aiutando a trovare letti in ospedale quando era collassata, aiutandola con le cure, con l'alloggio della famiglia che abbiamo dovuto convincere a venire a prendersi cura della figlia che stava morendo”. Secondo il calciatore, i parenti avrebbero “aspettato che la figlia fosse sul punto di morire e non fosse lucida per cercare di ottenere dei soldi da noi”.

L’avvocato

Dall’avvocato Anthony Macchia, difensore fiduciario del calciatore, arriva un’ulteriore spiegazione: “Non n corrisponde al vero che il signor Martinez abbia interrotto il rapporto di lavoro domestico allorquando la lavoratrice risultava 'in punto di morte” come emerge dalla lettura degli articoli che circolano in rete,atteso che il licenziamento. Le è stato comminato sei mesi prima del decesso”, inoltre la babysitter aveva chiesto “di essere licenziata per poter fruire delle retribuzioni differite e delTfr in ragione della determinazione di voler fare ritorno nella terra natia, l'Argentina”