Un'altra vittima di Farinelli: "Io, ingannato dal falso 007"

Legale milanese citato a sua insaputa come esecutore del testamento di Farinelli: denuncia per truffa

Leonardo Di Caprio nel film "Prova a prendermi"

Leonardo Di Caprio nel film "Prova a prendermi"

Milano - Si è presentato nello studio legale in viale Majno qualificandosi come "ex agente dei servizi segreti italiani", con una vita vorticosa fatta di missioni internazionali e contatti ad alto livello. E l’avvocato che ha avuto la sfortuna di incrociare sulla sua strada Guido Umberto Farinelli, falso 007 ma vero truffatore, si è trovato a sua insaputa citato in un documento come esecutore testamentario dell’uomo, che ha speso il suo nome per uno dei raggiri. Un tentativo in quel caso maldestro, visto che Farinelli in alcuni scambi di messaggi creati a tavolino per le sue macchinazioni lo aveva indicato come avvocato Antonio Porciani, quando in realtà il nome di battesimo è diverso.

E il legale, una volta venuta a galla la vicenda, ha sporto denuncia ipotizzando i reati di falsità in testamento olografo e truffa. Si tratta di uno degli episodi che emergono dalle pieghe dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Farinelli, facendo crollare il castello di bugie che il 46enne aveva costruito ingannando poliziotti, carabinieri, generali delle Forze Armate, imprenditori, parenti e medici, arrivando a “bucare“ anche Wikipedia per costruire la finzione, in un giro vorticoso di identità che ricorda la storia alla quale si è ispirato il film “Prova a prendermi“ con Leonardo Di Caprio.

Il testamento olografo è emerso nel corso di una perquisizione, quando fu trovato il documento firmato da Farinelli, e "asseritamente depositata presso l’avvocato Porciani", attraverso il quale l’uomo aveva nominato una delle vittime che voleva irretire erede universale di un patrimonio "quantificato nello stesso atto in sette milioni di euro". Tutto falso, compreso l’ammontare del patrimonio. L’unico rapporto professionale fra il falso 007 e l’avvocato milanese riguarda la nomina per assisterlo in un procedimento pendente a Cagliari, concluso con la remissione della querela. "Concluso il procedimento – denuncia l’avvocato – ritenevo l’incarico concluso e non avevo più notizie da Farinelli, ritenendo che si fosse nuovamente allontanato dal Paese per i suoi incarichi". 

Le notizie arrivano però dai carabinieri, che il 14 maggio 2019 convocano il legale nell’ambito delle indagini sulle truffe di Farinelli. E così il professionista apprende dai militari che Farinelli "sosteneva di aver redatto e depositato presso il sottoscritto, il 2 aprile 2014, un testamento olografo nominandomi suo esecutore testamentario". Una brutta sorpresa, tanto che l’avvocato dopo aver fatto chiarezza con i carabinieri sul falso documento ha deciso di sporgere denuncia contro Farinelli, sedicente agente segreto. Un episodio meno eclatante di altri ma emblematico del modus operandi. Farinelli era riuscito a inserirsi nella lista dei Panama Papers come "business man italiano" legato a Berlusconi, Butto, Mubarak e Cameron; si era accreditato come il fantomatico "agente Ombra" che avrebbe preso parte al rapimento di Abu Omar (con tanto di citazione nel libro "Scandals" di Peter Louis Arnell). Era così abile che chi ha avuto modo di incontrarlo non ha mai sospettato l’inganno. Fino a quando il castello di bugie è crollato.  

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