Terrore sul bus, problema sicurezza. Patente ritirata? "Basta tacere"

La confessione di un autista: "Avevo bevuto, ma non l’ho detto, ora guido un pulmino per disabili"

I carabinieri sull’autobus carbonizzato

I carabinieri sull’autobus carbonizzato

Milano, 23 marzo 2019 - «Qualche anno fa mi hanno sospeso la patente, ammetto che avevo bevuto troppo. Adesso guido ogni giorno un pulmino, trasporto anziani e disabili, a volte anche minorenni». Nel passato di Simone c’è una macchia, che lui accetta di rivelare a patto di mantenere l’anonimato, perché «non posso permettermi di perdere il lavoro, ho un figlio da mantenere».

Un alcol-test positivo durante un controllo sulla strada nel 2013 dopo una serata in un locale che, pochi anni dopo, non gli ha impedito di trovare lavoro part-time per una cooperativa che opera con enti pubblici e privati. Un settore, segnato da scarsi controlli e buchi normativi, nella bufera dopo che è emerso il passato dell’autista di bus Ousseynou Sy divenuto dirottatore: la sospensione della patente per guida in stato d’ebbrezza e una condanna per molestie a una diciassettenne a bordo di un mezzo che è riuscito a nascondere alla società per cui lavorava, Autoguidovie. Anche Simone, autista di pulmino, è incappato in un controllo sulla strada, nel 2013, che ha decretato la sospensione della patente. All’epoca non lavorava ancora nei trasporti. «Quando nel 2015 ho fatto il colloquio di lavoro nessuno mi ha chiesto se avessi avuto problemi simili in passato - racconta - e, evidentemente, nessuno ha controllato. Io non ho detto niente, non avevo nessun interesse, anche perché si trattava di un episodio avvenuto tempo prima. Ammetto che quando mi hanno fermato ero ubriaco al volante, tornavo da una festa di compleanno, ma posso giurare che non mi è mai capitato di bere durante il lavoro e non sono un alcolizzato. Non voglio che la mia categoria venga criminalizzata dopo quello che è successo - conclude - ci sono persone che sbagliano ma penso che quello di Sy sia stato il gesto di uno squilibrato, difficile da prevedere anche con tutti i controlli del mondo. A questo punto, se facciamo questo ragionamento, anche un medico che una volta si è ubriacato fuori servizio non dovrebbe più operare».

Dopo la tragedia sfiorata fioccano le proposte per nuovi controlli anche sulla salute psichica di chi, per lavoro, è responsabile della vita di altre persone. «Il monitoraggio sull’assunzione di alcol e droghe deve essere costante - spiega l’assessore al Lavoro e Formazione della Regione Lombardia, Melania Rizzoli - chi non è in condizioni psicofisiche perfette e certificate non può trasportare persone. Lavorerò per una legge regionale che vada in questa direzione, quello che è successo è gravissimo». I colleghi hanno descritto Sy come un lavoratore puntuale e irreprensibile, dal comportamento che non aveva mai destato sospetti. Ma forse ci sono stati campanelli d’allarme, segnali di disagio, che nessuno, nella routine quotidiana, è stato in grado di cogliere. Le leggi ci sono, ma a volte vengono ignorate o subiscono l’effetto di «buchi normativi», tra burocrazia e organismi che «non dialogano tra loro». Agens, l’associazione di categoria del trasporto pubblico, propone un collegamento tra motorizzazione e autorità giudiziaria tramite il registro di chi è abilitato al trasporto delle persone (il Cqc) «di modo che si possano segnalare alle società reati commessi dal personale», spiega il presidente Arrigo Giana. «Tutto ciò potrebbe essere facilmente realizzato - conclude - e sicuramente metterebbe le aziende nelle condizioni di agire preventivamente affinché fatti del genere non si ripetano mai più».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro