Moroni
Quando ti rendi conto che il treno ti va stretto. Per anni ho fatto la pendolare sulla tratta Romano di Lombardia-Milano accumulando non so quante ore di ritardi sia la mattina che alla sera. Ho accumulato rabbia, malcontento, stanchezza e ore perse della mia vita e sottratte ai miei affetti. Ore perse spesso su un treno stracolmo di gente, ore perse al freddo e ore perse al caldo. Poi la mia vita ha avuto uno stravolgimento e sono diventata mamma oltre ad avere cambiato casa e provincia. Ora abito nella provincia di Lodi. Come sempre lavoro a Milano e ho due bambini, una di due anni e l’altro di sette mesi. Sono rientrata al lavoro e quando ho dovuto scegliere con che mezzi recarmi a Milano il mio "no" nei confronti del treno e di Trenord è stato senza via di fuga. Non perdo più ore su un treno perché voglio godermi i miei bambini, voglio fare la mamma, la moglie e la donna che lavora. Ho scelto (e fino ad oggi non ho mai avuto un intoppo o ritardi di sorta soprattutto alla sera) l’auto che mi porta fino alla metro a San Donato o alle volte anche il bus e poi la metro gialla e lilla.
Non rifarei la pendolare Trenord perché ora ho bisogno del tempo e non permetto più a nessuno di sottrarre ciò che è mio.
Elvezia Gamba, Caselle Lurani (Lodi)
La mail di una ormai ex pendolare ferroviaria come Elvezia deve fare riflettere: la scelta dell’auto e il rifiuto del treno fatta per riappropriarsi del proprio tempo e quindi di una vita a cui si è già sottratto tanto. Una frase del poeta statunitense Carl Sandburg: "Il tempo è la moneta della tua vita. È l’unica che possiedi e che puoi decidere come spendere. Stai attento a non permettere ad altri di usarla al tuo posto".
mail: gabrielemoroni51@gmail.com