
Il faro dell’Antitrust è puntato sul servizio taxi in città. Ieri i vertici dell’Authority hanno fatto sapere di aver avviato un’attività di verifica nel settore delle auto bianche, "sulla base delle criticità che si riscontrano a Roma, a Milano e a Napoli e che creano pesanti disservizi per l’utenza: si pensi ad esempio ai tempi di attesa, all’uso del tassametro, all’accettazione dei pagamenti elettronici e alla corretta funzionalità del Pos". I primi passi formali sono già stati compiuti: il Nucleo speciale Antitrust della Finanza ha inoltrato una serie di richieste di informazioni ai radiotaxi; il Garante ha fatto lo stesso con Palazzo Marino e con le principali piattaforme per la prenotazione delle corse. "Dal punto di vista della concorrenza – si legge nella nota – l’obiettivo è quello di far luce sul sistema delle licenze “a numero chiuso”, che in questo settore ostacola il corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali e il prodursi dei conseguenti benefici in termini di soddisfazione della domanda e di qualità del servizio".
Un argomento che all’ombra della Madonnina è stato già affrontato nei mesi scorsi in una serie di incontri tra amministratore e rappresentanti di categoria, fin quando la Giunta Sala ha deciso di accelerare con la richiesta di mille nuove licenze a Regione Lombardia per far fronte all’incremento ormai strutturale della domanda. L’Antitrust vuole dati precisi "sul numero di vetture in servizio per turno, sul numero di corse effettuate per vettura, sulle assenze, sul tempo di attesa, sulle richieste inevase, e anche sui dati inviati alle amministrazioni comunali o da queste richiesti per adempiere gli obblighi di verifica della qualità del servizio reso". Un punto dolente, quest’ultimo, perché, nonostante diversi solleciti, il Comune è riuscito a ottenere soltanto in minima parte, e da pochissimi operatori del settore, statistiche in grado di scattare una fotografia dell’esistente. "In base alle informazioni raccolte – la chiosa – l’Autorità valuterà eventuali iniziative a tutela del mercato e dei consumatori". L’inchiesta dell’Antitrust è stata accolta male dai tassisti: "Un’indagine inutile e strumentale – l’attacco –. Servizio taxi fuori da logiche di mercato, con prestazione obbligatoria, tariffa amministrata e priva di algoritmi. Una vera e propria polpetta avvelenata, lanciata a poche ore dall’incontro tra governo e rappresentanze di categoria, per rendere torbido il confronto". Sì, perché i riflettori del Garante della concorrenza si sono accesi nello stesso giorno in cui è andato in scena a Roma il faccia a faccia tra i sindacati e i ministri Matteo Salvini (Trasporti) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy).
Al tavolo sono state avanzate tre proposte: attivazione delle doppie guide; emissione di licenze temporanee legate ai picchi di chiamate; possibilità di destinare una seconda licenza a chi ne possiede già una. A vertice concluso, i delegati hanno manifestato "massima disponibilità" alle prime due ipotesi, dicendosi però contrari alle licenze "gemellate". Da ricordare che questo dialogo si innesta su un percorso già avviato a livello territoriale: come detto, il Comune, favorevole alle collaborazioni familiari ma contrario alle doppie guide, ha avviato l’iter per mille nuove licenze. Resta da capire cosa deciderà di fare la Regione.Nicola Palma