Autista Atm vieta a una mamma con passeggino di salire sul bus 90: lei racconta tutto

Il conducente sosteneva che per regolamento non poteva viaggiare e che non avrebbe proseguito la corsa. Lei insiste e la spunta: “E il loro slogan è rispettiamoci”

Il foto-montaggio pubblicato su Facebook dalla madre

Il foto-montaggio pubblicato su Facebook dalla madre

A una mamma lavoratrice con passeggino viene impedito dall’autista dell’Azienza trasporti milanese (Atm) di salire su un mezzo pubblico a Milano. Lei protesta, insiste e solo alla fine in qualche modo la spunta, ma mette la storia su Facebook, puntando l’accento proprio sul motto “Rispettiamoci“, che l’azienda ha scelto per la sua campagna pubblicitaria più recente. “Oggi vi racconto una storia senza happy-end che si ripete ogni mattina o quasi”, attacca Gaia Marzo. “Ore 8.45 mi appresto a salire sulla 90 e, al motto di “rispettiamoci”, il conducente mi invita con maniere discutibili a non salire a bordo con mio figlio nel passeggino su un mezzo di pubblico servizio”.

“Ogni mattina, spiega poi Gaia, è un missione impossibile raggiungere prima il nido e poi il lavoro. È da qualche tempo che mi chiedo se ai vertici di Atm c’è qualcuno che ha figli o li ha avuti e se usa o usava i mezzi per spostarsi in città (perché i mezzi dobbiamo usarli per avere una città più green e libera dall’inquinamento giusto Beppe Sala?). Perché mi sembra proprio che non sia così. Poi la mamma elenca alcuni disservizi a cui ritiene che le persone come lei siano soggette”.

“Banchine senza tettoie di attesa (parliamo della circonvallazione esterna di Milano tra le linee più battute in città!), dissestate e con buche ovunque (con un passeggino o una carrozzina per disabili è impossibile percorrerle), piazzate in mezzo a viali in cui le macchine sfrecciano infischiandosene dei limiti di velocità (sperando che non piova perché altrimenti ci si fa letteralmente la doccia!). Filovie e bus dove per salire bisogna fare 3/4 gradini quindi totalmente inaccessibili per passeggini/carrozzine. E non venitemi a dire che le vetture nuove superano per numero quelle vecchie, perché non è così”.

Poi Gaia torna alla storia. “Sulla 90 ci sono salita lo stesso, ribadendo al conducente che questo “tran tran” lo faccio tutte le mattine perché io e mio figlio abbiamo diritto a salire sui mezzi, dal momento peraltro che li paghiamo il biglietto (e mi risparmio il commento sull’aumento dei biglietti che è meglio). Il conducente sostiene che per regolamento non posso salire col passeggino, che non avrebbe proseguito la corsa e avrebbe chiamato le autorità. Io lo invito a farlo, scusandomi con tutte le persone a bordo per il danno procurato a chi si sta recando al lavoro e arriverà in ritardo, ma è una questione di principio. Invito il conducente a chiamare chi ritiene più opportuno e qualora mi fosse stato confermato di dover scendere l’avrei fatto”.

A quel punto che succede? “E allora per magia la versione cambia: posso viaggiare ma solo se chiudo il passeggino (con quali mani?! dove me lo metto il bambino!?), prendo il bimbo in braccio (dove me lo metto il passeggino?!) e mi siedo con lui, perché così è più sicuro nel caso dovesse frenare forte... Ridicolo e non aggiungo altro. Alla fine dal momento in cui a vergognarmi ero io, perché empatizzavo con chi in quel momento stava ritardando l’ingresso in ufficio (come me del resto), mi sono fatta aiutare ho lasciato mio figlio (che piangeva) in braccio a uno sconosciuto per pochi secondi mentre in tutta fretta chiudevo il passeggino”.

Quindi l’epilogo: “Mi sono decisa a far ripartire l’autovettura per il solo ed esclusivo rispetto di chi come me ogni giorno di districa tra trecentomila attività compreso andare a lavoro ma mi resta l’amaro in bocca perché a vincere sono stati il conducente maleducato e un’azienda Atm cieca, poco inclusiva che si fa bella con pubblicità che ben lontane dalla verità. Cara Atm, “Rispettiamoci” più che un claim, dovrebbe essere una auto-riflessione che dovreste fare voi per primi nell’offrire un servizio più inclusivo a misura di tutti i cittadini”.

L’Azienda dei trasporti milanesi ha replicato su Repubblica e si dichiara dispiaciuta "per l'episodio, ma il regolamento spiega chiaramente che sui mezzi senza pianale ribassato (che sono sempre meno sull'intera flotta) i passeggini vanno piegati e i bambini devono essere tenuti in braccio perché, per motivi di sicurezza, non è possibile trasportarli in posizione aperta. Sui mezzi con il pianale ribassato, invece, i passeggini possono essere tenuti aperti, fissati alla postazione delle carrozzine, quando è libera".

Inoltre, proseguono da Atm, "la linea 90/91 ha visto negli anni recenti un rinnovo molto consistente, con l'introduzione di 30 filobus di ultima generazione, tutti completamente accessibili, che progressivamente andranno a sostituire i mezzi più datati. L'impegno di Atm è totale per rendere non solo le proprie vetture, ma anche le infrastrutture sempre più accessibili a tutti i passeggeri".

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