
di Monica Autunno
L’enorme capannone ha in facciata insegne e luci blu non un solo giorno l’anno, ma tutti. E proprio là dove in passato vi fu un bowling oggi vi sono, sotto l’egida della cooperativa Punto d’Incontro onlus, tre centri socio educativi, tre comunità socio sanitarie e, ormai a regime e in attesa di accreditamento ultimo, il "Van Gogh", primo centro diurno disabili (cdd) della zona interamente dedicato a ragazzi con autismo. Oggi gli utenti sono 15, gradualmente diverranno 25. Ma si progetta già il "raddoppio": grazie alla generosità di un donatore, e sotto egida di una nuova realtà, la Fondazione BFZ onlus, è in corso l’iter per la costruzione di un secondo, grande e moderno centro, sempre per l’autismo, nella vicina Vaprio. Dovrebbe sorgere sull’area parrocchiale dell’ex cinema Eden: "Il sogno? - così i promotori - Avere, in quest’area, una corazzata per sostenere le tante famiglie che convivono con questo disturbo. Che non è quello che mostrano tanti film. E che richiede preparazione e approccio particolari". Il nucleo autismo al "capannone" della Punto d’Incontro è operativo dopo un lungo iter e i primi inserimenti. "Abbiamo lista d’attesa - così Vittorio Caglio, storico referente della coop, e il coordinatore del servizio Giuseppe Passarello - ma quella di procedere con gradualità è stata una scelta. Volevamo rodare l’attività, e tutto il personale, ad oggi cinque fra operatori e oss supportati da psichiatra e tecnico psicologo, ha seguito corsi e master ad hoc".
I ragazzi hanno fra i 15 e i 22 anni, sono tutti maschi tranne una ragazza, e hanno il disturbo in forma importante, abbinato a una disabilità intellettiva. L’inserimento segue una fase di diagnosi, l’approccio è quello dettato dal metodo Aba (Applied Behaviour Analysis, Analisi Applicata del Trattamento), ad oggi l’intervento sul paziente autistico ritenuto fra i più efficaci dalla letteratura scientifica, che mira a diminuire i cosiddetti comportamenti disfunzionali. Al cdd i ragazzi trascorrono otto ore al giorno, "c’è un’attività quotidiana, ma non una routine - così il coordinatore Passarello - e l’attività con loro è personalizzata". Una relazione, quella con il ragazzo autistico, straordinaria e difficile. "Si affrontano anche comportamenti problematici. C’è una modalità indiretta - così Passarello - di manifestare da parte loro richieste o bisogni. E vi sono chiavi di accesso e soluzioni. Alcuni di loro parlano, altri no. Ma la comunicazione c’è sempre". Sono consapevoli della patologia? "Della patologia no. Della diversità si". L’autismo disturbo dilagante, "recenti studi americani dicono che si riscontra in un bambino su 54". L’idea di un centro ulteriore, d’eccellenza, con 30 posti più 30 (cdd e residenza) è venuta insieme ad un’offerta generosa di uno storico amico della Punto, l’imprenditore vapriese Franco Baroncini. Sua figlia, Barbara, scomparsa pochi anni fa, fu una storica utente della Punto d’Incontro. "Io e mia moglie non abbiamo più figli - racconta Franco -, e abbiamo deciso di destinare parte dei nostri beni a una buona causa. È stato Vittorio (Caglio) a propormi di contribuire alla nascita di un nuovo centro sull’autismo. E ci siamo mossi". Primo step la Fondazione: "BFZ: le iniziali dei miei due figli perduti e di mia moglie". L’ubicazione già scelta: l’area dell’ex cinema Eden a Vaprio. "Acquisiremmo l’area a condizioni agevolate, per poi avviare la trasformazione. Siamo in fase di stipula del contratto. E il Comune ha dato un ok di massima. Certo - così Franco - la burocrazia è tortuosa". I primi fondi disponibili, "promuoveremo anche una raccolta - così Caglio - : ma ci crediamo".