
di Marianna Vazzana
Tutto è cominciato con un sms: "Come da sua richiesta, sono stati donati 50 euro a un’associazione benefica". Peccato che la titolare della carta di credito non avesse effettuato alcuna donazione. E non immaginasse che proprio quel messaggio fosse l’esca di una truffa architettata con tutta probabilità da professionisti, che sono addirittura riusciti a clonare il numero verde della Findomestic, società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas, e a spacciarsi per dipendenti veri. "Io mi sono fidata. Ho perso 50 euro, e solo per una casualità ho evitato che me ne succhiassero mille", racconta la protagonista, la trentacinquenne Luana Grossano, impiegata e mamma di due bambini, che rende pubblico quello che le è capitato martedì 30 giugno per evitare che altri possano cadere in trappola. Non è la sola a essere finita nel mirino, tanto che la stessa Findomestic ha avviato da tempo campagne anti frode per mettere in guardia i clienti.
Dopo l’sms, la donna ha ricevuto una telefonata. "L’interlocutore si è presentato come dipendente Findomestic, dicendomi che aveva notato una richiesta anomala. E in effetti io non avevo effettuato nessuna donazione". Primo escamotage per conquistare la sua fiducia. Il secondo è stato il numero da cui ha ricevuto la chiamata: "800254762 – sottolinea Grossano, che ha conservato lo screenshot –. Ho subito verificato, constatando che quello è un numero Findomestic. Così mi sono fidata. E quando quella persona mi ha chiesto di fornire il mio codice Otp, a suo dire per restuirmi la somma, gliel’ho dettato". Scatenando però prelievi a cascata. Otp sta per "One time password": è un codice usa e getta per accedere a un sistema protetto. "Continuavo a ricevere sms che mi informavano di soldi prelevati. Un incubo! La cifra è arrivata quasi a mille euro. Fortuna che, per un’anomalia, le transazioni non sono andate a buon fine tranne che per i 50 euro iniziali. Non date mai a nessuno il codice Otp. Io ho provato a chiedere all’interlocutore di identificarsi ma non ha mai risposto". La Findomestic spiega che "purtroppo la signora è stata vittima di attività di “social engineering“, molto diffusa nel mondo delle frodi con carta di credito o debito, con noi e con altri emettitori di carte. Riescono a convincere le persone con le modalità più subdole. A volte, come in questo caso, clonano i nostri numeri di telefono (cosa che non riusciamo ad impedire) e spacciandosi per dipendenti Findomestic dell’ufficio frodi chiedono gli Otp per bloccare una frode ma invece li utilizzano per farla. Da tempo stiamo promuovendo campagne di sensibilizzazione verso i nostri clienti: nonostante nel messaggio dell’Otp sia scritto di non comunicarlo mai, queste persone riescono a convincere qualche cliente a fornirlo". © RIPRODUZIONE RISERVATA