GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Sei denunce contro l’uomo di Bellini: eppure Atm non è mai intervenuta

'Il Giorno' è in possesso di report e lettere su Bisceglia inviate invano dai dipendenti ai loro superiori

Paolo Bellini, il funzionario dell’Atm arrestato il 23 giugno scorso

Milano, 16 luglio 2020 - Tra il 2014 e il 2019 i dipendenti Atm hanno segnalato più volte ai propri superiori le condotte contrarie ad ogni etica professionale messe in atto da Luigi Bisceglia, uno degli uomini sui quali poteva contare Paolo Bellini, il responsabile dell’Unità Amministrativa Complessa sugli Impianti di Segnalamento e Automazione delle Linee Metropolitane finito in carcere il 23 giugno con l’accusa di aver falsato 8 appalti e aver ricevuto tangenti.

Sono 6 le segnalazioni relative a Bisceglia delle quali Il Giorno è entrato in possesso o sulle quali Il Giorno può offrire riscontri. Eppure in nessun caso Atm ha preso provvedimenti. Un fatto che riesce anomalo alla luce della gravità dei fatti esposti in alcune di queste segnalazioni. Il 30 maggio del 2014, ad esempio, l’operaio semplice Bisceglia viene mandato in via Menabrea per intervenire sui binari del tram che in un tratto si presentavano usurati e con i giunti «avvallati», infossati, piegati verso il basso. Bisceglia va sul posto con l’autocarro aziendale «ma non trovando parcheggio» decide di desistere e di andare «a fare un altro lavoro», non meglio precisato. Questo si legge nel «rapporto informativo» inviato a chi in Atm aveva le competenze per intervenire. Solo una delle segnalazione delle quali si è detto. Non accadde nulla, però. E nulla accadde dopo altri due report analoghi inviati sempre agli stessi funzionari di Atm. Funzionari che avrebbero potuto intervenire e non lo fecero. Funzionari che sono tuttora in azienda. 

All’interno di Atm, ad un tratto, l’esasperazione per la mancanza di provvedimenti nei confronti di Bisceglia si fa tale da indurre alcuni dipendenti a rivolgersi direttamente al direttore del personale saltando, così, una catena gerarchica nella quale gli stessi denuncianti sembrano aver perso fiducia perché si ha la sensazione che da qualche parte c’è chi insabbia le loro segnalazioni. Il Giorno è in possesso di due lettere coraggiosamente siglate da più dipendenti Atm, con tanto di nome e cognome in stampatello e firma in corsivo, inviate a due diversi direttori del personale: Pietro Brunetti e Luca Migliore. Lettere in cui si fa riferimento ad un diffuso «disagio tra i lavoratori» provocato dalle condotte di Bisceglia, talvolta addirittura «denigratorie» nei loro confronti. Brunetti si è occupato di risorse umane in Atm dal 2004 fino a giugno del 2014 e ha lasciato l’azienda a dicembre del 2017. Migliore è stato direttore delle risorse umane fino a maggio del 2019.  Il risultato ottenuto dalle due lettere? A quanto risulta a Il Giorno non si andò oltre un ammonimento verbale nei confronti dell’uomo caro a Bellini che, anzi, nel frattempo fu pure promosso a capo operaio. E che Bisceglia avesse un rapporto particolare con il funzionario finito in manette lo si capisce dall’episodio della sostituzione delle serrature di casa Bellini, un episodio ricostruito dal gip della procura di Milano, Lorenza Pasquinelli, nella sua ordinanza, e già riportato su queste pagine. Ma non solo: secondo quanto appreso da Il Giorno era lo stesso Bisceglia a vantarsi pubblicamente dell’amicizia con Bellini e ad irridere, sulla base della protezione che gli derivava da tale amicizia, coloro che si illudevano di contestare il suo operato con segnalazioni scritte.

Secondo quanto appreso di nuovo da Il Giorno, in un caso fu proprio Bellini a fare una telefonata dai toni intimidatori a chi aveva avuto il coraggio di segnalare le condotte di Bisceglia. Oltre alle due lettere appena menzionate e a tre rapporti informativi formali, c’è anche una segnalazione anomala contro Bisceglia. Atm ha infatti messo a disposizione dei suoi dipendenti una casella di posta nella quale è possibile depositare denunce in anonimato. Neppure questa mossa ha sortito effetti. A questo punto è bene fare tre precisazioni: Bisceglia è già stato sospeso da Atm, per ora non è indagato né, pare aver avuto un ruolo nel sistema di appalti pilotati e mazzette messo in piedi da Bellini. Ma i fatti esposti sembrano lasciarci in eredità due evidenze. La prima: tra i vertici di Atm c’è stato chi ha ignorato segnalazioni di non poco conto ma anche, un diffuso disagio tra i lavoratori. La seconda: in azienda esistono signorotti e feudi degni d’altri tempi.