
Il 21 gennaio è previsto un incontro del comitato con i vertici dell’Asst
Da gennaio chiedono il medico di famiglia e che il loro diritto alla salute sia rispettato. Denunciano che "11mila pazienti sono scoperti nell’Adda-Martesana" e sollecitano "un piano di rilancio dell’Asst". L’appuntamento settimanale con la causa dei “Pazienti che hanno perso la pazienza - Cittadini per la salute“ è diventato una carovana di macchine che ieri ha raggiunto l’ospedale di Vizzolo Predabissi, quartier generale dell’Azienda, per ribadire il concetto.
"Vogliamo offrire il nostro contributo per il bene di tutti, non siamo qui per distruggere", dice Curzio Rusnati, ex sindaco di Bussero, fra gli organizzatori della mobilitazione. "L’Asst – aggiunge – è scivolata in tutte le classifiche regionali, siamo ultimi per qualità dei servizi, tempi d’attesa e mancanza di medici. Bisogna capire perché".
Il 21 gennaio potranno chiederlo direttamente ai vertici in un’assemblea che li metterà faccia a faccia con loro insieme ai sindaci. Un momento importante, forse anche di svolta nei rapporti. Il Comitato sulle piazze del territorio ha raccolto 2.700 firme consegnate ai manager. "I nostri slogan spiegano la situazione certificata dai numeri, andremo avanti finché non avremo ottenuto tutti e 54 i dottori che ci mancano all’appello". Carenze "in parte supplite dagli ambulatori medici temporanei, ma non è la stessa cosa, a partire dal rapporto di fiducia medico-paziente che si costruisce nel tempo".
A soffrire sono Cassano e Inzago dove mancano 8 camici bianchi, 4 a Cernusco-Carugate; 6 a Gessate, Pessano, Bellinzago, Cambiago, 9 a Gorgonzola, Bussero, Cassina; 7 a Melzo, Liscate, Pozzuolo, Truccazzano, Settala, Vignate; 11 tra Pioltello e Rodano; 3 a Segrate e Vimodrone 6 a Trezzo, Basiano, Masate, Grezzago, Trezzano, Pozzo e Vaprio.
"Siamo qui per spronare chi può a risolvere i problemi – ancora Rusnati –. Quest’anno l’Asst ha riportato i numeri peggiori di tutta la Lombardia come ambiti carenti di cure primarie: 119 a giugno, 106 a ottobre". La gente parla anche "di case di comunità che non decollano e della mancanza di un vero sistema di servizi territoriali che possa fare la differenza dopo tanti annunci. Serve un piano di rinascita che porti qui medici e operatori con interventi per cambiare le cose. Non vogliamo più essere pazienti di Serie C".