Milano, 20 milioni scomparsi dalle casse dei francescani: prosciolti i tre frati

Erano accusati di appropriazione indebita. Accuse decadute in parte per prescrizione

Il giudice ha condannato l'uomo a un risarcimento di 7.000 euro

Il giudice ha condannato l'uomo a un risarcimento di 7.000 euro

Milano, 17 maggio 2019 - Sono stati in parte prosciolti per prescrizione e in parte assolti nel merito tre frati, ex amministratori di tre enti dei Frati Minori, imputati per appropriazione indebita per un ammanco nelle casse dei francescani da 20 milioni di euro. Lo ha deciso il giudice di Milano Giuseppe Vanore nel processo in cui i tre enti, la Casa Generalizia dell'Ordine dei Frati Minori, la Provincia di Lombardia San Carlo Borromeo e la Conferenza dei ministri provinciali dei Frati Minori d'Italia, erano parti civili. 

Il giudice, in particolare, ha dichiarato il «non doversi procedere per intervenuta prescrizione» per i 3 imputati per i fatti fino al maggio del 2011 e l'assoluzione «perché il fatto non sussiste» per quelli rimanenti e successivi (motivazioni tra 90 giorni).

La prescrizione era stata richiesta dalla Procura. Gli enti religiosi che si erano costituiti parti civili si erano opposti. Sul banco degli imputati, ricordiamo, erano finiti l’ex economo della Curia generale, Giancarlo Lati, l’ex economo provinciale, Renato Beretta, e l’ex economo della Conferenza nazionale, Clemente Moriggi. I tre religiosi, secondo la ricostruzione dell'accusa, avevano affidato tutti i soldi al «sedicente fiduciario investitore» Leonida Rossi, che poi li aveva impegnati tra Svizzera, Medioriente e Africa. Leonida Rossi è stato trovato impiccato.

 

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