L’anniversario, Walter Tobagi assassinato il 28 maggio 1980 dai terroristi rossi

Il giornalista ammazzato mentre a piedi raggiungeva in Corriere. A sparare Marco Barbone leader della Brigata 28 marzo composta da figli della “Milano bene”

L'inviato Walter Tobagi, ucciso dai terroristi, cui è dedicata la scuola di giornalismo

L'inviato Walter Tobagi, ucciso dai terroristi, cui è dedicata la scuola di giornalismo

Milano, 28 maggio 2023 – Ucciso perché era un eccezionale giornalista dalla schiena dritta e soprattutto impegnato sul fronte del terrorismo rosso.

La mattina del 28 maggio 1980, Walter Tobagi, 33 anni, giornalista del Corriere della Sera, veniva assassinato da uomini della Brigata XXVIII marzo, una formazione terroristica di estrema sinistra.

Il 28 maggio 1980, il giornalista aveva 33 anni. Un gruppo di giovani, buona parte dei quali appartenenti a famiglie della Milano "bene”, gli sparò, poco lontano da casa, mentre a piedi raggiungeva l'auto per andare al Corriere della Sera, dove lavorava dal 1972. L'omicidio fu rivendicato dalla Brigata 28 marzo, nuova sigla del terrorismo di estrema sinistra.

All'agguato parteciparono sei persone: Marco Barbone, Paolo Morandini, Mario Marano, Francesco Giordano, Daniele Laus e Manfredi De Stefano.

In seguito si seppe che a sparare il colpo mortale era stato il leader del gruppo, Marco Barbone. Con Tobagi, scrisse Leo Valiani in "si voleva colpire un difensore, coraggioso, tenace e nobile, della democrazia, un militante del movimento socialista, democratico dei lavoratori italiani, un militante che, per di più, si occupava seriamente dei problemi in questione, senza illudersi di poterli sublimare con la retorica".

Nel 1983 il  processo che vide condannati i componenti della Brigata XXVIII marzo, accusati proprio dal loro leader, Marco Barbone, che beneficiò della legge del 1982 sui pentiti, scontando una pena contenuta. 

"Walter Tobagi, odiato senza ragione” lo speciale di Alessandro Chiappetta, per la regia di Agostino Pozzi, in onda stasera alle 19 su Rai Storia, ricostruisce la figura del giornalista e le vicende legate alla sua scomparsa, attraverso il ricordo della figlia Benedetta, degli amici e colleghi Antonio Ferrari, Giancarlo Perego, Marco Sassano e Massimo Fini, dello storico Guido Panvini e dell'ex magistrato Armando Spataro

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