Aspettando Boris La vigilia di Meyer tra sponsor da record e fondi pubblici in calo

Il sovrintendente fotografa la situazione economica del teatro "Risparmi supplementari, ma non ho la bacchetta magica". Soldi dei privati (44 milioni) e botteghino fanno ben sperare

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di Nicola Palma

Una vigilia in chiaroscuro. Da una parte, l’orgoglio per aver allestito uno spettacolo "tra i più belli della mia carriera" e l’ambizione di superare le polemiche legate al titolo scelto per la Prima con una serata che mandi "un messaggio universale". Dall’altra, le difficoltà di far quadrare i conti del teatro, in ordine da tre lustri ma oggi messi a dura prova dall’aumento dei costi per energia e materie prime e dai tagli ai fondi pubblici.

Ieri il sovrintendente Dominique Meyer è partito dalle buone notizie. A cominciare dal record di ricavi da sponsorizzazioni: 44 milioni di euro, la cifra più alta mai raggiunta dal tempio della lirica. E poi ci sono i numeri confortanti che arrivano dal botteghino: il tasso di riempimento è molto buono, il pubblico è aumentato del 10% rispetto all’epoca pre-Covid; in crescita pure gli spettatori che arrivano dall’estero, che rappresentano il 30% del totale. Detto questo, c’è pure il rovescio della medaglia: lunedì, al termine del Cda, il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato una riduzione del contributo del Comune alla gestione del Piermarini.

E non è detto che ci si fermi qui, visto che in Consiglio ci sono anche altri enti che potrebbero risentire della congiuntura economica e abbassare le cifre che sono riusciti a garantire negli esercizi precedenti. La speranza è che questo avvenga per il 2023 e non per l’anno in corso, altrimenti si rischia di non far quadrare il bilancio a poche settimane dalla fine dell’anno. Meyer non è tipo da lamentarsi, anche se obiettivamente le criticità esistono e stanno complicando pure la trattativa con i sindacati per il rinnovo triennale del contratto: "Il Teatro alla Scala dal punto di vista dei conti è in ordine – ha spiegato ieri il numero uno di via Filodrammatici – anche se abbiamo saputo che ci saranno dei tagli. Ma d’altra parte non possiamo fare tutto quello che vorremmo, dobbiamo trovare un giusto equilibrio". Certo, se poi "i tempi della burocrazia" ostacolano il progetto di risparmio energetico a cui la dirigenza sta lavorando da un anno e mezzo, allora tutto diventa più difficile: "Se potessi, farei gli investimenti domani, ma ci sono le regole, le procedure. Lo dico da straniero, a volte certe regole amministrative sembrano più importanti dell’obiettivo".

In conclusione, il boom di biglietti venduti e fondi privati, "con la voglia di far bene dei lavoratori", sono i punti di forza della Scala, ma "è difficile fare un budget che tenga un po’ la strada e metta insieme tutti questi elementi: non ho la bacchetta magica, cerco di fare al meglio".

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