Asili nido, l’ora della protesta: "Ritirate quella delibera"

Educatrici in presidio: al Pirellone un documento con le proposte. L’assessore Bolognini difende il provvedimento. "Critiche prive di valore"

Protesta delle educatrici davanti al Pirellone

Protesta delle educatrici davanti al Pirellone

Milano, 29 gennaio 2020 - Si sono radunate in presidio davanti al Pirellone per dire "no al caos negli asili nido lombardi". Un corteo attorno alla sede del Consiglio regionale formato da un migliaio di educatrici degli asili nido pubblici accompagnati da alcuni genitori, slogan e bandiere contro la delibera regionale e, uno dei punti più contestati, l’introduzione dei volontari. Sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e opposizione al Pirellone all’attacco, perplessità sollevate anche dall’Anci Lombardia, l’associazione dei Comuni, ieri in commissione consiliare.

Oltre al nodo volontari, inviso ai sindacati è anche l’innalzamento del rapporto numerico tra educatori e bambini, che dovrà essere tassativamente 1 a 8, indipendentemente dalla fasce d’età dei bimbi, che siano lattanti o “grandi” di tre anni. Lucilla Pirovano, coordinatrice Fp Cgil Lombardia, evidenzia come "ci siano migliaia di associazioni del terzo settore, dal Wwf a Medici senza frontiere, e quindi i volontari non necessariamente verranno da un ambito pedagogico". Disagi negli asili nido durante l’assemblea, dalle 9 alle 12: secondo i sindacati l’adesione tra il personale è stata dell’80%. I manifestanti hanno incontrato in mattinata i capigruppo in Consiglio regionale. Poi una delegazione è stata ascoltata, assieme all’Anci, durante la seduta della terza commissione. "Ci hanno chiesto un documento con le modifiche che vorremmo apportare - spiega Pirovano - confidiamo nel fatto che la delibera possa essere modificata o ritirata". Oggi la commissione tornerà a riunirsi, e il 5 febbraio potrebbe essere votato il provvedimento. "Se non verranno ascoltate le nostre richiesta - spiega Gianluca Maritato, dalla Uil-Fpl - non escludiamo uno sciopero". La speranza dei sindacati è quella di un passo indietro al fotofinish.

L’assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Bolognini difende però il provvedimento. "Molte delle critiche emerse in commissione, durante l’audizione delle parti sindacali e di Anci - contrattacca Bolognini - sono per la maggior parte risultate prive di valore e, per alcuni aspetti, lontane dall’esigenza di soddisfare i bisogni delle famiglie. Ho trovato alcune affermazioni paragonabili più a spot elettorali e alcune prese di posizione possono essere viste più come tutele sindacali che affermazioni di diritti dei bambini e delle famiglie. L’attenzione dovrebbe essere invece spostata su quelle realtà come la città di Milano, dove l’amministrazione non è in grado di accogliere tutta la domanda espressa". Poi ribatte alle critiche punto per punto. "La figura del volontario, peraltro già prevista dalla Delibera 7633/2017 - spiega - richiede il possesso di titoli di studio specifici, l’iscrizione ad un ente del terzo settore, lo svolgimento della propria prestazione in modo non occasionale il tutto inserito, sulla base di uno specifico programma". Inoltre, costruire un calendario che prevede almeno 205 giorni di servizio "consente ampio margine di azione all’ente gestore, che in questo modo può organizzare il servizio sulla base delle esigenze delle famiglie e della propria organizzazione".  

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