Art bonus, un tesoro non per tutti

Alcuni progetti "sfondano" e raccolgono milioni di euro, altri zero

Art bonus a Milano

Art bonus a Milano

Milano, 5 novembre 2017 - Art bonus a Milano, è tempo di bilanci. Come si sono comportati i mecenati, grandi e piccoli, nel sostegno economico alle realtà culturali cittadine? Quanti euro hanno sborsato i privati che grazie alla legge del 2014 possono contare su un credito d’imposta pari al 65 per cento dell’importo donato? Il bilancio dell’Art Bonus in chiave milanese è in chiaroscuro. Ci sono progetti che hanno raccolto milioni di euro tra il 2016 e il 2017, in primis quelli a sostegno del Teatro alla Scala (44 milioni di euro, ma la richiesta era di 368 milioni di euro), e altri che non hanno ricevuto neanche un euro dai privati: lo spazio Base all’ex Ansaldo, la Stecca del Museo delle Culture, l’abside e l’affresco dell’Incoronazione della Vergine della Cascina Sant’Ambrogio, l’Archivio storico e la chiesa dell’antico Ospedale Maggiore di Milano e l’archivio storico dell’Istituto comprensivo di via Giacosa 46 Milano chiamato la «Casa del Sole» del Parco Trotter.

Non è del tutto soddisfacente neanche il bilancio per il Castello Sforzesco: nel 2016 l’Art Bonus è partito alla grande (1.755.224 euro raccolti su 1.760.000 euro richiesti per le attività conclusive di riallestimento del Museo della Pietà Rondanini e del Museo di Arti decorative), ma nel 2017 è ancora a quota zero euro rispetto agli 810 mila euro richiesti per l’avvio degli interventi preparatori di riallestimento del Museo Egizio e della Sala degli Scarlioni. Peggio ancora è andato il finanziamento del progetto di restauro della Sala delle Asse di Leonardo, sempre al Castello Sforzesco: sui 1,8 milioni di euro richiesti, i mecenati hanno sborsato appena 4.045 euro. Sì, avete letto bene, solo 4.045 euro. Operazione che il Comune ha concluso grazie all’intervento di Fondazione Cariplo.

Bilancio in negativo anche per il progetto di restauro delle tele della Sala del Grechetto all’interno di Palazzo Sormani, che ospita la sede principale della biblioteca comunale. La quota di Art Bonus richiesta era di 762 mila euro, i grandi mecenati non si sono scomodati: raccolti solo 2.585 euro. Pochi, pochissimi.  Meglio è andata al restauro della piscina Caimi, un progetto della Fondazione Pier Lombardo: tra il 2016 e il 2017 era stato chiesto ai privati un sostegno pari a otto milioni di euro e le erogazioni ottenute sono state di 6.567.087 euro. Mica male. Bilancio positivo, almeno per metà, per il progetto che punta a ristrutturare il Palazzo dell’Arte della Triennale di Milano: sui 750 mila euro richiesti per realizzare i lavori ne sono stati donati 396.250 euro. Qual è l’ente che si può lamentare per i risultati più deludenti dell’Art Bonus? Sicuramente il Comune, che da un anno a questa parte fa ha proposto quasi tutti i progetti sopraelencati (dall’elenco restano fuori sono la Scala, l’Antico Ospedale Maggiore di proprietà della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e la Città del Sole al Parco Trotter di proprietà dell’Istituto scolastico comprensivo di via Giacosa 46) e ora si trova a dover fare i conti anche con gli «zero euro» nelle caselle di alcune donazioni richieste. 

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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