Arrivano 288 milioni (anche) per le assunzioni

Il maxistanziamento della Regione grazie all’assestamento del fondo sanitario. Rivoluzione per l’assistenza domiciliare integrata

La quota più grossa, 84 milioni di euro, è appostata sulla lotta alle liste d’attesa, ma pochi milioni in meno (77) sono destinati al personale sanitario, incluse le nuove assunzioni. E altri 15 milioni al capitolo medici di base, per finanziarne formazione, aggregazione in pool, incentivi ad aprire ambulatori nelle zone "disagiate" in cui i bandi rimangono deserti. Altrettanti milioni (15) sono destinati al "potenziamento delle attività territoriali"; 17,6 milioni per le Usca che la Lombardia ha scelto di non archiviare con lo stato d’emergenza; 7,6 milioni per l’Areu e le scorte di dispositivi di protezione individuali, 8,6 milioni per finanziare esenzioni straordinarie a favore dei pazienti Covid. E 10,5 milioni di euro per potenziare i servizi di salute mentale, neuropsichiatria infantile e disturbi dell’alimentazione.

È un pacchetto da 288 milioni di euro quello approvato ieri dala Regione, grazie ai fondi arrivati con l’assestamento del fondo sanitario: soldi che vengono dal Ministero in parte, e in parte da accantonamenti da riutilizzare in settori strategici per la sanità lombarda. "L’assestamento – spiega la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti – ci permette di mettere a disposizione risorse fresche in alcune voci strategiche e di grande attualità nell’organizzazione del nostro Welfare". Come l’Adi, l’Assistenza domiciliare integrata, sulla quale saranno investiti 52 milioni del pacchetto ma che è stata oggetto anche di un’altra delibera di "rimodellazione". Moratti ricorda l’obiettivo Pnrr di passare entro il 2026 dal 5 al 10% della presa in carico domiciliare della popolazione over 65. Cioè, al momento, 2,3 milioni di lombardi, che aumentano di 40-50 mila all’anno: dal 18,2% di vent’anni fa sono arrivati a rappresentare il 22,9% degli abitanti della regione (quasi uno su quattro), e in base alle previsioni demografiche dell’Istat entro il 2050 potrebbero arrivare al 32%. Uno su tre. La delibera stabilisce che Asst e Irccs pubblici gestiscano le cure domiciliari attraverso le Case di comunità, mettendo a loro disposizione un fondo di 28 milioni (1,2 già assegnati) per la formazione e l’assunzione di personale. Inoltre accoglie il modello unico di accreditamento approvato in Conferenza Stato-Regioni, e stanzia 25 milioni per allineare la riclassificazione dei profili assistenziali alla normativa più recente (e al Pnrr), in vista di un nuovo sistema tariffario che partirà ad aprile 2023. Gli enti già accreditati per l’Adi, pubblici e convenzionati, hanno tempo fino al 1° dicembre per presentare le istanze di riclassificazione, mentre le nuove richieste di accreditamento potranno essere presentate dal 31 marzo 2023. Il nuovo sistema di remunerazione è quello sperimentato in Brianza, che ha ricondotto l’86% delle prestazioni erogate a una griglia di nove percorsi standard, mentre il 14% rientra nell’Adi complessa che richiede una valutazione di secondo livello. Giulia Bonezzi

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