Vanno a giudizio i due egiziani arrestati lo scorso ottobre in un’operazione antiterrorismo. Alaa Refaei, 44 anni, muratore residente a Monza, ha scelto di venire processato con il rito abbreviato davanti al Tribunale di Milano, mentre per Mohamed Nosair, 49 anni, naturalizzato italiano abitante a Sesto San Giovanni, si apre il 24 maggio il processo davanti alla Corte di Assise monzese. Le accuse sono per entrambi partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. Si ritiene che i due si siano associati al gruppo terroristico dell’Isis, a cui hanno giurato fedeltà. Refaei avrebbe anche tentato di indottrinare il figlio minorenne. "Oh scimmie e maiali, i monoteisti vi sgozzeranno come le pecore", uno dei messaggi ritrovati sui profili Facebook dei due arrestati. L’operazione è stata condotta dalla Digos di Milano e coordinata dal pm milanese Alessandro Gobbis secondo cui tra i due arrestati c’è stata "condivisione di video violenti, visualizzati da varie utenze di cui molte collocate in nazioni del Medioriente". Secondo l’accusa gli imputati erano "estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione e finanziando cause di sostegno della stessa, alla quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà". Accuse negate dai due egiziani, che apparentemente vivevano una vita tranquilla. "Sono solo leoni da tastiera", aveva commentato uno dei loro legali.S.T.
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