Droga: arrestata Maria, la "padrona" della Stazione Centrale

La gambiana al vertice della più redditizia piazza di spaccio di Milano

La polizia in Stazione Centrale a Milano

La polizia in Stazione Centrale a Milano

Milano, 3 marzo 2019 - In Stazione Centrale a Milano tutti la conoscono semplicemente come Maria, il suo nome di battesimo. È una ragazza bassa e corpulenta, che nei mesi più caldi dell’emergenza migranti si presentava ogni giorno alle 14 con bottigliette d’acqua e pentolone di cous cous al centro di piazza Duca d’Aosta: a decine si avvicinavano per un pasto caldo al prezzo di 2-3 euro. In realtà, già allora la 26enne gambiana era molto di più: stando a quanto ricostruito dagli investigatori, la giovane è diventata una sorta di ras dello spaccio di hashish e marijuana, con una batteria di una decina di connazionali a fare da «cavallini». L’altra sera, Maria è stata arrestata dagli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura, in particolare quelli della Volante Venezia primo turno, che le hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip come aggravamento delle precedenti misure restrittive, mai rispettate, cioè l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di dimora in città.

La 26enne, con permesso di soggiorno scaduto a fine 2017, è formalmente domiciliata in provincia di Novara, ma in realtà era tutti i giorni in Centrale: controllata più di quindici volte negli ultimi tre anni, in particolare dai segugi del commissariato Garibaldi-Venezia, è stata presa in flagrante in due occasioni solo in questo inizio di 2019, una volta con 200 grammi di marijuana e una volta con mezzo chilo della stessa sostanza; e almeno in un’occasione, nei mesi scorsi, era stata trovata in possesso di una decina di palline di cocaina. Così agenti e pm hanno chiesto un’ulteriore stretta al giudice, tenendo conto dei gravi indizi di colpevolezza a suo carico e del lampante pericolo di reiterazione del reato; e il provvedimento è arrivato. Ora Maria è in cella, e il suo gruppo di spacciatori è rimasto senza guida. La domanda che si pongono gli investigatori: chi prenderà il suo posto? Al momento, davanti alla Centrale, piazza di spaccio molto frequentata sia di giorno che di sera, agiscono tre gang di pusher: due composte da gambiani (compresa quella guidata da Maria) e una di nigeriani, descritti come particolarmente molesti e aggressivi anche durante i periodici blitz delle forze dell’ordine.

La situazione è in costante evoluzione, anche perché i controlli continui portano a un ricambio forzato: negli ultimi giorni sono spuntate facce nuove, mai incrociate prima dagli agenti. Tutti, però, sanno benissimo come muoversi: pochissimi grammi di «roba» addosso per evitare guai in caso di perquisizioni e imboschi sotto i tombini e nelle aiuole dove andare a recuperare le dosi all’occorrenza. Per questo, la lotta allo spaccio al dettaglio è complicata anziché no e richiede impegno e costanza, anche quando ti ritrovi davanti un pusher ammanettato la sera prima e scarcerato l’indomani dopo il processo per direttissima. Proprio com’è successo con Maria, la ras (spodestata) della Centrale.

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