LAURA LANA
Cronaca

Area Re3, decisione finale Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune "Procedura corretta"

L’ex Giunta Alparone spostò il progetto vicino al parco Gorizia. Nacque un comitato di cittadini, sostenuto da parte del centrosinistra. che presentò un ricorso al Tar, ora bocciato, in difesa della zona verde.

Area Re3, decisione finale  Il Consiglio di Stato  dà ragione al Comune  "Procedura corretta"

Area Re3, decisione finale Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune "Procedura corretta"

di Laura Lana

Dopo anni di proteste e ricorsi, si chiude la vicenda dell’area Re3. Almeno dal punto di vista giudiziario. Il Consiglio di Stato ha certificato, come già il Tar Lombardia, la correttezza delle procedure con cui l’allora Giunta Alparone spostò una volumetria consistente di quasi 15mila cubi (aumentati dai 2.800 metri cubi col Pgt 2013) nell’area adiacente a via Roma, in una zona verde vicina al parco Gorizia e a via Dalla Chiesa. "Un’operazione di compensazione urbanistica, prevista dalla legge regionale, col trasferimento dei diritti edificatori da un’area all’altra", si legge nella sentenza, che respinge l’appello giudicandolo "infondato". La scelta dell’allora sindaco Marco Alparone era stata motivata dalla volontà di dare un grande parco centrale alla città di 13.500 metri quadri, rinnovando quello di via Gorizia, ampliandolo e rendendolo più attrattivo e costruendo nuove palazzine nell’area di via Dalla Chiesa. Nacque un comitato di cittadini, sostenuto da alcune forze di centrosinistra, che presentarono ricorso per difendere la zona naturalistica dal cemento. "L’operazione intesa in senso lato non comporta un incremento del consumo di suolo. Le deduzioni delle parti appellanti si basano su una visione atomistica della vicenda urbanistica, che invece va considerata nel suo complesso - scrive il giudice -. Diversamente da quanto rappresentato dai ricorrenti, l’aspetto del carico urbanistico è stato valutato dal Comune che ha dettato specifiche prescrizioni dirette a evitare una maggiorazione del carico o un incremento". E, ancora, "rispetto all’incremento del consumo di suolo lamentato o alla sovrastima delle aree offerte in compensazione, gli appellanti non forniscono idoneo principio di prova, dovendo invece ritenersi che l’edificazione consentita in via Dalla Chiesa sia compensata dalla cessione al Comune delle aree di proprietà privata destinate alla realizzazione del Parco del Seveso". "Ora chiediamo che questa variante abbia finalmente corso. Abbiamo una pronuncia definitiva a favore della vecchia Giunta e potrà essere dato seguito alla decisione urbanistica Re3 - commenta Roberto Boffi con il gruppo Paderno Cresce -. Dal punto di vista politico una nuova debacle per l’amministrazione Casati, che avrà per sempre l’onta di aver deciso di non costituirsi in giudizio per difendere le azioni passate del Comune, contro anche il parere di tecnici e segretario generale". In questi mesi il sindaco Ezio Casati ha incontrato la proprietà cercando di far atterrare le volumetrie in altre zone, confermando sempre la contrarietà al progetto che "permette di edificare 15mila metri cubi in una zona verde e vicina alle sponde del Seveso. Continuiamo a ritenere che il mantenimento del verde avrebbe dovuto essere necessario per la qualità della vita di quel quartiere".