L'anziana truffata: "Nei guai per un materasso". Acquisti a catena, 42 rate a 77 anni

Il venditore avrebbe dovuto aggiustare la sua poltrona. Fatture per oltre 15mila euro. "Ha passato un metal detector sul mio letto e ha iniziato a suonare"

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Milano - "Ma posso sapere quanto mi verrà a costare?". La signora Gina, nome di fantasia, di 77 anni, racconta di averlo domandato più volte senza ricevere mai risposta dal venditore che si è presentato a casa sua, al quartiere Barona, ufficialmente per "visionare la mia poltrona reclinabile elettrica che non funziona". L’esca. Ora la poltrona è tale e quale a prima. In compenso la signora ha sul letto un nuovo materasso con rete elettrica motorizzata più altri "dispositivi medici che dovrebbero alleviare i dolori con la magnetoterapia". Il prezzo? Le fatture sono due, una da 10mila euro e l’altra da oltre 5mila. Che si traducono in "una marea di rate da versare: 24 da 399 euro e 18 da 99 euro".

E la signora ha già staccato due assegni da oltre 2.500 euro e pagato cauzioni in contanti. "Io ho firmato le carte perché sono andata in confusione... Quell’uomo parlava, parlava e non rispondeva alle mie domande. Adesso devo pagare 500 euro al mese, un terzo della mia pensione. Per cose che non volevo. E il mal di schiena neanche mi è passato". Assistita da una conoscente, la signora Gina è riuscita per ora a bloccare il prelievo automatico mensile. E tramite il suo legale sporgerà denuncia. "Mi sento avvilita, non mi capacito di essermi lasciata raggirare". In mano ha le fatture di una società realmente esistente, con un sito internet e contatti.

On line, scorrendo la merce, i prezzi non si vedono. "Queste persone si sono approfittate di una persona anziana e in buona fede, senza spiegarle chiaramente quanto tutta la merce le sarebbe costata", interviene la conoscente che la assiste. La situazione è degenerata senza che la settantasettenne se ne accorgesse. "La prima telefonata è di maggio. Sulla rete fissa. “Signora, lei ha una poltrona reclinabile? Se ha qualcosa che non va, la aggiustiamo gratis", racconta Gina.

"Così ho fatto entrare in casa il venditore e, poi, un suo collega. Sono arrivati alla conclusione che non si potesse sistemare. “Ma noi abbiamo quello che fa per lei“. Così mi sono ritrovata in mano un catalogo. Poi entrambi sono andati in camera da letto, passando una sorta di metal detector sul mio vecchio materasso (che andava benissimo) e lo strumento ha iniziato a suonare. “Il materasso è da cambiare“, hanno stabilito.

Prima firma e primi soldi versati. Dopo un po’ di tempo "il venditore si è rifatto vivo per chiedermi se andasse tutto bene con il nuovo materasso. A suo dire c’era sempre bisogno di nuovi acquisti. Io firmavo, avevo la testa che mi scoppiava. Solo quando ho detto che non ce la facevo più mi ha lasciata in pace". Ma ormai aveva raggiunto l’obiettivo.

 

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