Caso Antinori, ginecologo prosciolto: mancano prove di traffico ovociti

Nelle motivazioni della sentenza si evidenzia anche l'assenza di una legge per definire l'indennizzo per le donatrici

Severino Antinori

Severino Antinori

Milano, 7 settembre 2018 - Non sono stati "oggetto di commercio" gli ovociti al centro di un presunto traffico di cui, secondo l'accusa, era a capo il ginecologo romano Severino Antinori, prosciolto dal gup di Milano Alfonsa Ferraro dall'accusa principale, quella di associazione a delinquere finalizzata alla commercializzazione di gameti, e rinviato a giudizio per altri reati minori. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui il giudice, lo scorso 20 luglio, ha anche assolto la segretaria della clinica Matris, Bruna Balduzzi, e altre due persone processate invece con rito abbreviato. Nelle motivazioni il gup evidenzia anche che non vi è al momento un "intervento governativo volto a definire quale possa e debba essere l'indennizzo", come ristoro spese, a coloro che scelgono di donare ovociti.

Per il giudice dagli atti dell'indagine, condotta dal pm Maura Ripamonti, non è emerso "alcun elemento di prova relativo all'acquisizione di gameti da immettere in un ipotetico mercato e quindi da fare oggetto di commercio": i trasferimenti di denaro da parte delle coppie che volevano avere un figlio, a due cliniche estere (una spagnola e l'altra con sede nella Repubblica Ceca) e di singole donatrici non costituiscono "commercio" in quanto gli ovociti erano destinati "alla fecondazione eterologa di coppie che avevano i requisiti necessari per detta forma di procreazione medicalmente assistita". 

Oltre ai tre imputati assolti nel processo con rito abbreviato, tra cui la segretaria della Matris Bruna Balduzzi, altre due persone che avevano chiesto di patteggiare un anno di carcere, con pena sospesa, sono state assolte. Un'altra posizione era stata stralciata nei mesi scorsi mentre per altre 9, che avrebbero fatto parte di una seconda presunta associazione per delinquere finalizzata al traffico di gameti, il procedimento è stato trasmesso a Como per competenza territoriale. Antinori, già condannato in primo grado dal Tribunale di Milano a 7 anni e 2 mesi per il prelievo forzato di ovociti a una infermiera spagnola, a sua volta imputata per calunnia, è stato invece rinviato a giudizio per altri reati minori e per appropriazione indebita di ovociti: il prossimo 13 novembre si aprirà infatti il processo, a carico del ginecologo e di un altro coimputato, relativo a un singolo episodio, quello di una coppia che non avrebbe prestato il consenso all'impianto a terzi di ovociti di loro proprietà.

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