
Severino Antinori
Milano, 7 novembre 2018 - Il pm di Milano Maura Ripamonti ha anticipato che chiederà nella prossima udienza il proscioglimento «con sentenza di non luogo a procedere», davanti al gup di Milano Livio Cristofano, per la giovane infermiera spagnola che è finita imputata per calunnia per avere «falsamente» accusato il ginecologo Severino Antinori per un presunto prelievo forzato di ovociti, avvenuto nell'aprile 2016. Un procedimento, quello che è in fase di udienza preliminare (si è aperta oggi), che è nato dalla denuncia di Antinori nei confronti della ragazza e che è totalmente 'oppostò e parallelo a quello che ha portato, invece, nel febbraio scorso alla condanna di Antinori a 7 anni e due mesi di carcere proprio per quel presunto prelievo forzato di ovuli.
Oggi hanno chiesto di costituirsi parti civili il ginecologo, assistito dai legali Tommaso Pietrocarlo e Gabriele Maria Vitiello, e Antonino Marcianò, l'anestesista condannato 5 anni e due mesi di reclusione, anche lui per avere rapinato - in concorso con Antinori e con la segretaria Bruna Balduzzi - otto ovociti alla ragazza, alla clinica milanese Matris. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 20 marzo per le conclusioni del pm, dei legali delle parti civili e dei difensori
Oggi il pm Ripamonti e il difensore dell'infermiera, l'avvocato Roberta De Leo - che assiste la ragazza costituitasi parte civile nel processo che si è celebrato e concluso sei mesi fa davanti all'ottava sezione penale del Tribunale - hanno anche depositato al gup Cristofano le impugnazioni in appello della condanna di primo grado nei confronti di Antinori e dei suoi coimputati, contestando in particolare l'assoluzione di Antinori dall'accusa di avere rapinato il telefono della donna.
Nei mesi scorsi il pm Ripamonti aveva chiesto l'archiviazione del procedimento a carico della giovane nato dalla denuncia di Antinori. Richiesta questa respinta dal gip Luigi Gargiulo che aveva disposto per l'infermiera l'imputazione coatta e dalla Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro il provvedimento del giudice. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio del pm e l'udienza preliminare che si è aperta oggi.
Stando all'imputazione coatta del gip Gargiulo, la donna, 26 anni, avrebbe accusato «falsamente» Antinori, pur «sapendolo innocente». Diverse le dichiarazioni messe a verbale nell'aprile 2016 davanti ai pm e incriminate in questa tranche, tra cui il passaggio centrale in cui la donna raccontò che Antinori la sottopose «ad un trattamento farmacologico non voluto e diverso da quello prospettatole». E quello in cui disse che lui le avrebbe «provocato lesioni consistite in ecchimosi varie sul corpo» e le avrebbe rubato il telefono mentre era in «stato di sedazione».