ELENA
Cronaca

"Ansia a Scuola: un problema senza soluzione facile"

L'ansia è un problema scolastico multifattoriale senza soluzione facile. Docenti, studenti e famiglie sono coinvolti in una dinamica che rischia di danneggiare la salute mentale. Riforme strutturali, valutazione personalizzata e una scuola più esperienziale sono necessarie per uscirne.

Elena

D’Incerti*

ansia è uno dei mali che affliggono la nostra scuola: è un problema multifattoriale, senza una soluzione facile. Gli studenti, ossessionati dal voto, identificano la loro persona col numero in pagella. Temono di rimanere ingabbiati in questa dinamica e di non poter uscire dalla scuola superiore preparati per l’università, per il lavoro, figuriamoci per la vita. Si rendono conto del rischio a cui è esposta la loro salute mentale e se non lo sperimentano personalmente, lo vedono nei tanti compagni che stanno male o si fanno del male. Noi docenti capiamo le rigidità e alcune arretratezze del sistema-scuola, eppure ci adeguiamo: la valutazione si sforza di essere formativa e poi a fine anno ricade nella trappola sommatoria. Oberati da un’infinità di incombenze burocratiche che hanno snaturato la nostra mission educativa, ci giostriamo in una girandola di ruoli: un giorno confessori, un giorno psicologi, col rischio di improvvisare o di sconfinare in terreni delicati. Anche per noi frustrazione e burnout sono dietro l’angolo. Le famiglie? Alcune sono collaborative, molte o assenti o protagoniste di un pressing su figli che stimola competitività non sana e continue richieste performative. Come se ne esce? Con riforme strutturali, non con palliativi. Non so quale sarà l’impatto delle figure di tutoring introdotte da settembre dopo una formazione di sole venti ore per i docenti che vorranno lanciarsi nell’ennesima avventura degli incarichi aggiuntivi. Temo che il tutoraggio e l’orientamento andrebbero affidati a figure di sistema. E poi bisognerebbe rimodulare i calendari, per evitare le strozzature di fine quadrimestre. Serve una valutazione personalizzata che valuti i progressi reali dell’apprendimento. E una scuola più esperienziale: quando il lavoro è cooperativo, fa riferimento alla realtà e sperimenta linguaggi più moderni, i ragazzi danno il loro meglio. L’Educazione Civica rimane per questo l’occasione da non sprecare. Così dice il personaggio di una delle serie tv del momento: "La scuola non esiste: è solo un intervallo tra due fine settimana" Forse lo pensano in tanti per sopravvivere all’ansia.* Docente liceo Beccaria