ANDREA GIANNI e ANNA GIORGI
Cronaca

L’escalation di violenze a Milano e in Lombardia: dagli stupri di gruppo ai 325 bimbi maltrattati. Il grido d’aiuto del tribunale minorile, mentre le carceri sovraffollate scoppiano

Sempre più processi per crimini commessi da persone con disagi psichici. Il presidente della Corte d’Appello di Milano Ondei: “Organici giù anche per il carovita, incentivi per chi viene in Lombardia”

L'inaugurazione dell'anno giudiziario al Palazzo di Giustizia di Milano

L'inaugurazione dell'anno giudiziario al Palazzo di Giustizia di Milano

Milano, 25 gennaio 2025 – Violenze sessuali di gruppo che, evidenzia la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni, “sono avvenute spesso mediante la somministrazione di benzodiazepine alle vittime, approfittando di un loro momento di distrazione, solitamente all’interno di bar e discoteche”. L’anno scorso sono aumentate dell’8%, rispetto al 2023, le iscrizioni relative a questo reato. Sono cresciuti del 15%, sempre nel distretto della Corte d’Appello di Milano, che comprende anche altre province lombarde, gli abusi sessuali. Crescono del 30% i presunti maltrattamenti, del 15% le denunce per atti persecutori. Dati, contenuti nella relazione presentata in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, che secondo il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, indicano una “pericolosa deriva dei rapporti sociali e di genere”. Il 90% dei 1987 condannati in primo grado a Milano, in un anno, per reati sessuali e di genere sono maschi, principalmente (il 28,9%) nella fascia d’età 32-41 anni. 

Il confronto

L’anno scorso, inoltre, sono aumentati del 46%, rispetto al 2023, i minorenni coinvolti come persone offese: 325 bambini e adolescenti vittime di abusi, maltrattamenti o violenze domestiche. Un trend “preoccupante”, effetto anche della maggiore propensione a denunciare e di provvedimenti come il Codice rosso. Guardando ai dati milanesi, fra Tribunale e ufficio Gup, le sentenze su reati sessuali e di genere sono 151 in più rispetto al 2023, passando da 930 a 1089. Il 67% sono di condanna (+9%), il 22% di non doversi procedere (-7%) e il 10% di assoluzione (-3%). “La percentuale maggiore di assoluzioni – si legge nella relazione della Corte d’Appello – si registra quando il procedimento ha una durata fra 3-3,9 anni, segno che una eccessiva durata del procedimento porta a un indebolimento delle dichiarazioni accusatorie”.  

Il presidente della Corte d'Appello di Milano Giuseppe Ondei
Il presidente della Corte d'Appello di Milano Giuseppe Ondei

L’impatto

In particolare sofferenza il settore della giustizia minorile, anche a causa dell’impatto della riforma Cartabia. “Il tempo medio prevedibile di definizione dei procedimenti nell’anno giudiziario 2023-2024 si è attestato a 839 giorni – ha sottolineato Ondei – registrando un aumento considerevole. Le pendenze complessive il 30 giugno 2024 hanno raggiunto quota 13.822”. Uno sguardo rivolto anche al mondo delle carceri, perché “vi sono detenuti ben oltre il numero massimo ospitabile”. A Milano si registra l’indice di affollamento, vicino al 140%, più alto d’Italia. E il numero dei suicidi di detenuti “sta seguendo una curva crescente”. I detenuti nel distretto sono attualmente 7.084, tra cui 1.962 ancora in attesa di giudizio. Non decolla la giustizia riparativa, con pochissimi casi da quando è stato potenziato lo strumento. 

Clan internazionali

E l’allarme, sul fronte della giustizia penale, è legato anche al fatto che “si sta estendendo in maniera preoccupante la presenza delle mafie” italiane e straniere. Il territorio, secondo la procuratrice generale Nanni, “continua a rappresentare uno dei maggiori crocevia di smistamento di sostanze stupefacenti”. Si registra, in generale, un “notevole aumento” delle notizie di reato: a livello distrettuale 113.696 denunce a carico di noti (+16,16%), mentre quelle a carico di ignoti sono cresciute addirittura del 17,61%.

E con sempre maggiore frequenza si celebrano processi per violenze legate a una situazione di disagio mentale dell’imputato. Una mole di lavoro che si scontra con la carenza di organici, perché “con le scarse risorse a disposizione la capacità di smaltimento delle Procure è peggiorata”. E alle assunzione straordinarie negate dal ministero per mancanza di fondi si aggiunge il problema del carovita. “A Milano vi sono costi europei con stipendi italiani – sottolinea Ondei –. Ogni ipotesi di soluzione al problema non potrà trovare seria conclusione se non si parte dal presupposto che per far lavorare persone nell’amministrazione della giustizia in Lombardia occorrono incentivi economici”.