Salvatore
Giannella*
In tempi duri per il giornalismo credo valga la pena di illuminare figure esemplari che hanno contribuito a dare lustro al nostro mestiere. Una di queste è Annibale Del Mare, savonese di nascita, vissuto a Milano dal 1919 fino al
suo ultimo giorno di vita, il 24 gennaio 2011. E sarebbe bello che, per il decimo anniversario della sua scomparsa, la Commissione toponomastica del Comune decidesse di intestare una via a questo collega che si è dedicato con serena italianità e con grande impegno civico a un tema importante della nostra
vita nazionale: gli italiani all’estero. Io avevo imparato ad apprezzare Annibale come puntuale corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno da Milano. Il suo legame con Bari e la Puglia
risaliva al 1943, quando incontrò, con l’uniforme di capitano dell’Esercito di Liberazione, i dirigenti del Quartiere generale alleato. ‘Il popolo italiano è assetato di verità dopo tanti anni di menzogne’: questo l’attacco dell’articolo sulla Gazzetta del 28 ottobre 1943. La firma era quella di Annibale, Poche righe per dire che era stata ripristinata la libertà di stampa. Il segnale che niente sarebbe stato più come prima“ (...) Chi ha dato ad Annibale la forza di realizzare tutte queste iniziative? La risposta la diede egli stesso: ‘Tanti e tanti, specie nella nostra Milano, che consideravo allora l’unica città in cui anche l’impossibile poteva realizzarsi grazie al suo grande cuore ravvivato dal piacere dell’operosità, della creatività dell’umanità’ “(Gazzetta, 16 dicembre 1990). Scorrendo le pagine del suo bel libro affiorano nomi prestigiosi come quelli di Raffaele Mattioli e Ferruccio Lanfranchi, Enrico Falck e Giordano Dell’Amore, Franco Marinotti e Angelo Rizzoli (per restare alla sola Milano) ma anche sigle singolari come il Vus, gruppo dei Vecchi universitari sportivi, o categorie come quella dalle vedove dei professionisti, che gareggiano nel raccogliere libri. È stato un esempio di professionalità e dedizione giornalistica. Da riscoprire, con il suo mondo senza confini. E da intestargli, il 24 gennaio prossimo, una via della Milano che con il suo grande cuore l’aiutò nel suo lavoro di maestro del giornalismo.
*Giornalista