PIERO
Cronaca

Anche per la pietra più che la virtù conta la fortuna

Piero

Lotito

Anche tra i monumenti corre la fortuna, che prescinde da bellezza e importanza storica. Parliamo di monumenti "abitati", che contengano funzioni e servizi. Edifici monumentali, insomma. Fortunato in questo senso è il Castello Sforzesco, che contiene mezza città e gode d’una intensa attività culturale. Per non parlare della Galleria e, per carità, del Duomo o del Teatro alla Scala. Sfortunati sono invece quei monumenti che per la loro posizione, conformazione o vattelappesca che cos’altro, intristiscono nella dimenticanza e nell’abbandono. Pensiamo alla Cascina Pozzobonelli, quel che rimane d’una grande villa suburbana fatta costruire in epoca sforzesca da Gian Giacomo Pozzobonelli, che ne avrebbe affidato il progetto addirittura a un nome come Bramante. Sotto il sopravvissuto moncone del portico che collegava la cappella ancora oggi esistente alla villa sono tuttora visibili affreschi e graffiti, raffiguranti tra l’altro il Castello (il "fortunato") com’era prima che un’esplosione ne distruggesse nel 1521 la Torre cosiddetta del Filarete. Bene, fu un violento temporale a suggerire a Luca Beltrami di trovarvi riparo un giorno del 1888. Guardandosi attorno, il famoso architetto osservò e copiò su un foglio il disegno dell’antica torre, e a inizio ’900 la ricostruì come oggi noi vediamo. La "sfortunata" Pozzobonelli, chiusa da una cancellata, compressa da alti palazzi e sovrastata dalla stazione Centrale, resta intanto malinconicamente chiusa a tutto. E qui è il caso di ricordare un altro iellato monumento: Porta Nuova di piazzale Principessa Clotilde, che sta andando letteralmente in polvere, data la sua… sfortuna di essere stata costruita (1810-1813) in blocchi di arenaria, materiale bello e ben lavorabile, ma tremendamente friabile. Le piogge e l’inquinamento hanno fatto perdere alla Porta gran parte delle sue decorazioni. Tutto l’edificio, comprendente i caselli daziari, si sta rattrappendo in un ammasso informe, corroso dall’umidità e dalle perdite d’acqua di vecchie tubature. Dopo aver ospitato per alcuni anni l’associazione "Castelli e Ville in Lombardia", è utilizzato come orinatoio da passanti frettolosi, che sotto il grande arco sfaldato trovano buona accoglienza.