ANNAMARIA LAZZARI e NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, corteo anti-multinazionali: è incubo anarchici

Presidiato il distributore Eni, molti negozianti chiuderanno per il timore di devastazioni

Scontri anarchici a Milano

Milano, 5 maggio 2018 - Un berasaglio scontato. A poche centinaia di metri dal punto di partenza del corteo. Un distributore Eni proprio lungo il percorso della manifestazione organizzata per contestare il Cane a sei zampe, «le sue devastazioni e le sue guerre». E infatti la stazione di servizio di via Galvani resterà off limits: «Sarò obbligato a chiudere per ordine della Questura – dice sconsolato il titolare Roberto Gaio –. Attorno alle 11 blinderanno sia le pompe di benzina che le casse automatiche e ci saranno gli agenti a presidiare l’area, che riaprirà, se tutto rimarrà in piedi, dalle 20. Cinque persone saranno a casa: non è il primo corteo in zona, ma in 26 anni non era mai successo che si prendessero simili provvedimenti». Provvedimenti dettati da motivi di sicurezza, in un pomeriggio molto temuto dai responsabili dell’ordine pubblico. Da settimane, gli specialisti di Digos della polizia e Nucleo informativo dei carabinieri stanno monitorando le tappe di avvicinamento al corteo ideato dai movimenti anarchici del Nord Italia: dalle assemblee di preparazione al possibile arrivo in città di militanti di altri Stati esteri. Partenza alle 15 da piazza Duca d’Aosta, il serpentone si dirigerà verso piazzale Lagosta e attraverserà l’Isola in piazzale Segrino per poi svoltare a destra in direzione viale Stelvio; ultimo tratto tra via Farini, Maciachini e via Imbonati, dove i manifestanti dovrebbero arrivare verso le 18. Quanti saranno? Diverse migliaia, anche se una stima definitiva sui numeri non c’è.

All'iniziativa parteciperanno certamente i centri sociali meneghini e non, gli esponenti di movimenti come No Tav della Val di Susa e No Tap del Salento, più collettivi universitari di matrice anarco-autonoma e realtà antagoniste come il Fronte Palestina. Un mix che rischia di diventare esplosivo, specie se, come accadde il primo maggio del 2015, il corteo fosse infiltrato da frange violente con l’unico obiettivo di sfasciare. Ieri c’era molta preoccupazione tra i negozianti dei quartieri lambiti dalla manifestazione. Giù le saracinesche alla Farmacia Humanitas all’angolo con via Gioia dalle 11.30. Carlo Vittorio, parrucchiere maschile da 46 anni su via Galvani, non ha ancora deciso: «Non ho paura di niente, ma se la situazione dovesse diventare incandescente sarò costretto a tirare giù la cler». I due bar della zona, il Vintage e il Colt 45, hanno optato per la serrata dal pomeriggio. Nella vicina piazzale Segrino si affacciano molti ristoranti con dehors: quasi tutti chiuderanno lo spazio all’esterno dalle 15 («Lascerò fuori solo tavoli e sedie e tirerò via posate e bicchieri», fa sapere Ines Gallo, dipendente della Rotonda di Segrino). Antonello Brandi della pizzeria Assaje annuncia orgoglioso la sua apertura per tutta la giornata, anche col servizio all’esterno: «Non bisogna abbassare la testa, né concedere una vittoria morale ai devastatori: invito i miei colleghi a fare lo stesso»