
Il sindaco Sala esorta a superare la banalità e premia Ispi e Girardelli per l'antifascismo durante la cerimonia degli Ambrogini d'oro.
Studiare. Studiare. Studiare con grande dedizione. Una volta la saggezza popolare suggeriva a tutti, potenti e non: “Prima di parlare, taci”. Oggi potremmo suggerire al mondo, alla nostra Milano e a ciascuno di noi: “Prima di parlare, studia”. Il cuore del discorso del sindaco Giuseppe Sala dal palco del Teatro Dal Verme, durante la cerimonia di consegna degli Ambrogini d’oro di ieri mattina, è un appello a tutti "a superare la banalità del mainstream e a studiare insieme il mondo di domani". Il silenzio del primo cittadino l’anno scorso, dovuto alle scelte di parte sui nomi da premiare, è uno sbiadito ricordo.
Il primo esempio citato ieri da Sala è l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), al cui presidente Paolo Magri ieri il sindaco e la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi hanno consegnato la Grande Medaglia d’oro in occasione dei 90 anni di vita dell’Istituto. L’altro esempio citato dal numero uno di Palazzo Marino, invece, è nel nome dell’antifascismo e della Resistenza: "Cerchiamo di vivere da staffette del nuovo mondo, come fece la partigiana Sandra Girardelli, che non a caso premiamo oggi (ieri per chi legge, ndr)".
Ma ripartiamo dall’inizio. Al Dal Verme, per la consegna delle Civiche benemerenze, c’è una bella folla, nonostante i nomi dei premiati quest’anno non siamo molto noti al grande pubblico, tranne l’ex fuoriclasse rossonero Andriy Shevchenko, peraltro assente (al suo posto, a ritirare l’Ambrogino d’oro, c’è il manager e responsabile del dipartimento delle leggende Fifa Donato Albanese). La cerimonia inizia con un ricordo di Sala dell’ex sindaco Paolo Pillitteri, morto giovedì: "Ha molto amato la città, ha gestito una transizione non facile, l’ha fatto con spirito battagliero".
Il sindaco, poi, come premessa all’appello a studiare, descrive una realtà difficile in cui vivere e nelle sue parole si coglie anche una risposta al solenne pontificare nella Basilica di Sant’Ambrogio del giorno prima dell’arcivescovo Mario Delpini: "Diciamoci la verità, siamo un po’ avvolti da una nebbia di incertezza, di smarrimento del senso comune, di difficoltà a individuare ciò che è vero e ciò che è falso. È una nebbia da cui, ed è un peccato, non emerge più nessuno: le fortune politiche e i consensi sono effimeri, tutto sembra destinato a sciogliersi nel nulla". E ancora: "Questo senso di confusione, di indefinitezza colpiscono in particolare i giovani, che vediamo spesso arrancare alla ricerca di sensi più profondi di quelli offerti loro dal mare delle opinioni". La risposta del primo cittadino a questa situazione è racchiusa in queste parole: "Noi vogliamo continuare ad essere una città aperta e accogliente non solo delle vite di chi bussa alle nostre porte bensì delle idee, dell’innovazione e delle nuove sintesi che determineranno il futuro dei nostri figli e di quelli degli altri. Questo premio (a Ispi, ndr) è la risposta di Milano a chi non studia e, invece, vive di slogan, di invettive, senza mai rendersi conto della responsabilità di dare qualche risposta di visione e di concretezza alla nostra fame di comunità". Ogni riferimento ad alcuni esponenti del centrodestra, pur mai citati, sembra puramente voluto.
C’è anche un altro momento particolare, durante la cerimonia, oltre al ricordo di Pillitteri: l’abito da sera indossato dalla Buscemi, che dal palco spiega la storia che c’è dietro il bozzetto del vestito, conservato per anni alla Biblioteca Braidense e realizzato ora, 80 anni dopo, dagli studenti dell’Istituto europeo del design (Ied) proprio per la cerimonia di ieri: il dramma della famiglia Finzi, della loro maison in via Manzoni costretta a chiudere perché di proprietà di ebrei durante il fascismo, dei fratelli Edgardo e William deportati e morti nei campi di sterminio nazisti, del figlio di William, Silvano, partigiano come il padre ma sopravvissuto e ieri salito sul palco per ricevere l’abbraccio di Buscemi, di Sala e di tutta la città. "Questo progetto, il Filo Spezzato, è un tributo non solo ai fratelli Finzi, ma anche a tutte quelle esistenze schiacciate dalla violenza nazifascista", chiosa la presidente del Consiglio comunale.