Ambrogini d'Oro, Abatantuono: "Non demolite San Siro". Ma Sala: "Milano guarda avanti"

L’ attore: "Io terrei il Meazza e lo riqualificherei". Ma la Giunta è pronta a dire "sì" ai club Il sindaco dal palco: "C’è la crisi ma Milano fa sempre un passo avanti e guarda al futuro"

Diego Abatantuono e Beppe Sala

Diego Abatantuono e Beppe Sala

Milano, 8 dicembre 2022 - Il sindaco Giuseppe Sala, nel giorno di Sant’Ambrogio, parla della "Milano che fa sempre un passo avanti e risponde immediatamente a ogni sfida del presente", anche in un momento difficile per l’Italia e per il capoluogo lombardo: "Nonostante le emergenze, le crisi e le curvature che si profilano all’orizzonte, Milano continua a produrre speranza perché i nostri valori fondamentali plasmano il cambiamento verso un futuro di maggiori opportunità per tutti". Parole che il primo cittadino pronuncia dal palco del Teatro Dal Verme, che ieri mattina, come da tradizione, ha ospitato la cerimonia di consegna delle Civiche benemerenze.

San Siro ed eutanasia legale

Gli Ambrogini d’oro, come di consueto, si legano strettamente ai nodi della cronaca politica e cittadina. Due i temi più gettonati dell’edizione 2022: il futuro dello stadio di San Siro e la battaglia per l’eutanasia legale portata avanti dal premiato Marco Cappato (di quest’ultimo tema ci occupiamo nella pagina a fianco). A dar fuoco alle polveri sul caso Meazza ci pensa un altro premiato con l’Ambrogino d’oro, Diego Abatantuono. L’attore, entrando nel teatro di via San Giovanni sul Muro, dopo aver confessato che il film girato a Milano a cui si sente più legato è “Marrakech Express’’, che inizia in questa città e prosegue in Marocco, la mia squadra del cuore", dice a chiare lettere che lui, il protagonista di “Eccezzziunale... veramente’’ – il film in cui Abatantuono interpreta il tifoso del Milan, dell’Inter e della Juve e mostra San Siro in versione anni Ottanta, senza terzo anello – il Meazza lo conserverebbe: "San Siro lo lascerei lì e lo metterei a posto. Mi sembra che sia complesso buttarlo giù". Insomma, all’attore di fede rossonera il progetto dei club di costruire un nuovo stadio nell’attuale parcheggio dello stadio e nel Parco dei Capitani e demolire la Scala del calcio non convince per nulla e si schiera dalla parte dei difensori ad oltranza del Meazza.

Botta e risposta

Sala, però, rispondendo alla presa di posizione di Abatantuono, fa capire che la Giunta la pensa diversamente ed esclude senza se e senza ma la prospettiva di mantenere due stadi, il vecchio e il nuovo, nell’area di San Siro. In nome della difesa della vita quieta dei residenti. Sì, perché il sindaco spiega che "il nuovo stadio, con le partite di Milan e Inter, sarebbe utilizzato per un’ottantina di giornate all’anno. Se qualcuno si prendesse in carico il Meazza, lo farebbe per organizzarci eventi, almeno 100-120 all’anno. Quindi qualcuno dovrebbe dire ai residenti di San Siro che per 200 giorni all’anno avrebbero macchine e traffico sotto casa, una situazione difficilmente gestibile. Dobbiamo fare i conti anche con chi vive in quell’area, non solo con chi ci va per le partite o i concerti. La mia ipotesi preferita resta quella di rimettere a posto l’attuale stadio, ma se Milan e Inter non ne vogliono sapere io non posso ledere i loro diritti". Tradotto: la Giunta comunale, dopo il dibattito pubblico, si appresta a concedere la pubblica utilità al progetto dei club.

Le proteste e i premiati

San Siro a parte, davanti al Dal Verme si registra una manifestazione di protesta della Cgil in difesa dei lavoratori dei musei cittadini, che lamentano stipendi da fame. Il sindaco sostiene che Palazzo Marino è pronto a fare qualcosa per loro: "Taglieremo i fondi per il Teatro alla Scala, che ha capacità di attirare risorse private, per alzare gli stipendi dei museali". Ma torniamo ai premiati. Oltre ad Abatantuono e Cappato, vanno segnalate la Grande medaglia d’oro alla memoria di don Luigi Giussani e le Medaglie d’oro alla memoria del presentatore tv Cesare Cadeo, della Mamma del Leoncavallo Carmen De Min, dell’ex segretario generale e amministratore delegato del Salone del Mobile Manlio Armellini e del campione e allenatore di Freesbee Valentino De Chiara. L’elenco delle medaglie d’oro, invece, comprende nomi provenienti da tutti, o quasi, i settori. Uno dei più applauditi dalla platea del Dal Verme è il musicista ed ex membro della Premiata Forneria Marconi Mauro Pagani.

Gli altri Ambrogini

Gli altri Ambrogini d’oro? Il fondatore del Forum Ambrosetti di Cernobbio Alfredo Ambrosetti, l’ex prefetto di Milano e attuale presidente della Fondazione Beic Francesco Paolo Tronca, il direttore del Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale dei Bambini Buzzi Gianvincenzo Zuccotti, la giornalista del Corriere della Sera Michela Proietti, l’ex maitre dell’hotel Principe di Savoia Enzo Lizzi, l’infermiera professionale Marisa Cantarelli, lo stilista Martino Midali, la ballerina e attrice affetta da sclerosi multipla Antonella Ferrari, la rappresentante legale del Centro di solidarietà San Marco Onlus Alessandra Berlenghi Bonaiti, l’imprenditrice culturale Francesca Parvizyar, il farmacologo clinico Cesare Sirtori e l’esperto di fiscalità e presidente della Società Umanitaria Alberto Jannuzzelli.

 

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