Altro che sdraiati: ecco i nostri adolescenti

In 40mila al servizio di 300mila piccoli negli oratori feriali. Don Guidi: "Un esempio. Rispondono ai bisogni di socialità delle famiglie"

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di Simona Ballatore

Trecentomila bambini e ragazzi, 40mila animatori. "Numeri significativi che ci riportano alla situazione pre-Covid, dopo due anni in cui le limitazioni avevano costretto tante famiglie ad arrangiarsi", fa i conti don Stefano Guidi, direttore della Fom (Fondazione Oratori Milanesi) e responsabile del Servizio diocesano per l’Oratorio e lo Sport. “Batticuore – Gioia piena alla tua presenza” il titolo di questa estate, senza limitazioni.

È cambiata la formula e sono cambiate le necessità delle famiglie, dopo due anni così?

"Stiamo rispondendo al bisogno di tante famiglie e ragazzi di tornare a vivere una socialità positiva. Quindi la modalità è quella classica. Certo siamo consapevoli di situazioni di disagio e fragilità importanti nella fascia giovanile. Per questo abbiamo dato vita nei mesi scorsi una cordata educativa che vede insieme oratori, Caritas, Azione Cattolica, Scout, consultori e tante associazioni. L’attenzione non viene meno. Ma mentre la cordata prende in carico le persone e predispone anche interventi clinici, se necessario, siamo consapevoli che sia necessario consolidare un contesto di comunità. Che prima che essere ’terapia’ deve essere esperienza di socialità, un contesto per riscoprire le energie e le risorse che si hanno".

Avete fatto più fatica a ingaggiare gli animatori per questa estate?

"Temevamo che in questi due anni in cui si è interrotta la continuità della proposta oratoriana ci sarebbe stato un allontanamento e invece non solo gli adolescenti sono stati una presenza significativa e costante, ma hanno risposto in tanti questa estate. Non è stato difficile ingaggiarli. E dà speranza. I numeri ci parlano di un’affezione sincera".

Hanno partecipato anche a corsi di formazione per stare accanto ai più piccoli.

"I corsi sono progettarti da tanti anni e abbiamo continuato a proporli. La presenza degli adolescenti dimostra la vitalità dell’oratorio, soprattutto d’estate. Sono ragazzi che si mettono al servizio di altri ragazzi delle elementari e delle medie: è questo l’elemento distintivo dell’oratorio feriale. Un incarico educativo che responsabilizza. La loro non è una presenza passiva ma da protagonisti. Vengono solitamente dipinti dalla società come ’ritirati sociali’ o nelle baby gang. Ma guardate quanti adolescenti mettono a disposizione il loro tempo - la loro estate - per gli altri. Vanno raccontati di più".

Estate libera (o quasi) da mascherine anche in oratorio. “Gioia piena“.

"Ci siamo sempre adeguati alle normative diramante man mano, fino al 15 le abbiamo mantenute nei luoghi chiusi, adesso sono raccomandate nei luoghi chiusi e affollati. Ma abbiamo superato la fase più critica, nell’estate 2020, senza vaccini e con grandi incognite. È stato un banco di prova".

Si è tornati a numeri pre-pandemia?

"Sì, dopo un calo drastico. Eravamo arrivati a un terzo delle presenze se non meno nel 2020. L’anno scorso c’era stato un timido rialzo, siamo tornati a una situazione di normalità".

E avete spalancato le porte anche ai bimbi ucraini, quest’anno.

"La presenza di bambini e ragazzi è eterogenea e diverse sono le loro necessità, non solo dal punto di vista anagrafico ma psicologico. C’è chi è scappato allo scoppio della guerra e ha vissuto il trauma del distacco. Chi è arrivato dopo e ha negli occhi ferite importanti. Hanno età e condizioni famigliari diverse. Con Caritas abbiamo quindi pensato a uno sportello a sostegno degli oratori per vivere e offrire una vera proposta di accoglienza, con attenzione. Per aiutarli a sentirsi a casa, più che si può".

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