Altri due istituti occupati: tocca a Boccioni e Cremona

"No all’alternanza scuola-lavoro, più sicurezza, no al ministro e alla maturità di quest’anno". Ecco i motivi della protesta

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di Federico Dedori

Non si placano le proteste dei giovani studenti milanesi. Dopo la manifestazione di venerdì, gli studenti ieri mattina si sono "impadroniti" del Cremona-Zappa e dell’artistico Boccioni.

La sveglia è suonata presto: "Alle 6.30 nel momento in cui il primo bidello stava entrando a scuola ci siamo intrufolati all’interno dell’istituto – ha raccontato Tommaso, uno degli studenti del Boccioni –. Dopodiché abbiamo aspettato le 8.30 quando tutti sono entrati a scuola".

Come da “tradizione“, l’occupazione è stata votata in un’assemblea aperta: "La stragrande maggioranza era favorevole. Chi ha scelto di non aderire può continuare le proprie lezioni in un’ala della scuola" ha aggiunto. Su quanto durerà l’occupazione, i ragazzi del liceo Boccioni chiariscono subito: "Non ci siamo fissati delle date. Per il momento continueremo a dormire qui dentro: chiediamo maggiore sicurezza, lo stop dell’alternanza scuola lavoro e una maggiore autonomia studentesca" specifica Tommaso.

Stesso copione al Cremona-Zappa dove i ragazzi sono entranti intorno alle sette del mattino "eravamo già almeno in trecento – ha sottolineato Luca Branca, studente del Cremona –. Vedere tanti ragazzi svegliarsi così presto per andare a occupare fa già capire quanto sia sentita da noi la protesta".

Le richieste non cambiano: abolizione dell’alternanza scuola lavoro "due nostri coetanei sono morti nel giro di un mese, spero che tutti possano capire che questa cosa non funziona" ha rimarcato Branca; un cambio nel sistema delle valutazioni; meno stress per favorire la condizione psicologica "un sondaggio che abbiamo fatto girare tra le classi afferma che per più del 70% degli studenti il numero eccessivo di verifiche provoca forte stress" hanno fatto sapere attraverso una nota e un miglioramento per quanto riguarda l’edilizia, gli spazi e la socialità.

"Il nostro modello di scuola non funziona – ha continuato Branca –. Non ci sta bene questo ministro, non ci sta bene che a pochi mesi dalla maturità abbiano aggiunto una seconda prova imbarazzante, non ci sta bene che nel Pnrr non si parli di scuola ma solo di mercato. In questa settimana gestiremo meglio noi la scuola che i politici in 30 anni. Finalmente oggi a scuola ho visto socialità". Un’iniziativa appoggiata anche da alcuni docenti del Cremona-Zappa: "Vogliamo dire con forza che questo movimento va rispettato e ascoltato nelle sue corde più profonde, evitando atteggiamenti snobistici, esorcizzanti, paternalistici o, peggio, repressivi", si legge nella lettera diffusa.

"Ci sentiamo responsabili del loro benessere fisico e mentale – ha spiegato il professore di matematica e fisica Giacomo Negri –. Le loro istanze devono essere ascoltate. Noi non entriamo nel merito delle loro proposte e delle modalità. Sono loro che devono parlarne. E non vogliamo in alcun modo rubare la scena – ha rimarcato –. La lettera vuole essere anche un richiamo al corpo docenti che negli ultimi dieci anni è un po’ dormiente sulla questione del mondo dell’istruzione. Siamo molto felici che gli studenti abbiano voce e questa dev’essere ascoltata", ha concluso il docente.

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