
Alessandro Verga nella cascina nel Parco Agricolo Sud Milano
Milano, 5 maggio 2019 - «La vita, l’amore e le vacche» ma senza scappare dalla città, come succedeva in un famoso film. Alessandro Verga, 47 anni, allevatore di bovini da carne alla terza generazione, è uno dei pochissimi a fare questo lavoro a Milano. Il suo regno è in via Airaghi 49, a Quinto Romano, nel parco agricolo Sud Milano.
Da Brescia la famiglia Verga arrivò nel Dopoguerra in questa vecchia cascina di fine Ottocento. Alessandro ci vive oggi con il padre Ilario, un operaio e due fratelli che però fanno i fioristi: è l’unico che ha voluto proseguire con l’allevamento. «Ce l’ha nel sangue» spiega papà Ilario, 85 anni. I capi sono 200, di cui 60 vitelli, prevalentemente di razza Piemontese e Limousine, ma ci sono anche cinque pavoni e due grossi cani. Fino agli anni ’80 l’azienda zootecnica si dedicava ai bovini da latte. Le quote latte e l’assenza di manodopera spinsero a passare all’allevamento da carne. Non che il lavoro sia diminuito. La sveglia è sempre alle 5. Le cose da fare sono tante, anche all’alba: «Preparare il furgone per i mercati. E dare da mangiare agli animali. Due volte al giorno, non c’è festività che tenga», dice Alessandro. Qui si lavora 365 giorni all’anno, anche 18 ore al giorno. Come si alimentano gli animali? «Con fieno, mais, soia, altri legumi». Il foraggio è autoprodotto su un terreno di circa 60 ettari, tranne i legumi dalla Toscana e il pane dai forni vicini. E la storia delle farine animali? «Sono bandite dopo la “mucca pazza”. E comunque anche prima se ne usava un cucchiaino su un quintale di foraggio».
L’emergenza dell’encefalopatia spongiforme bovina sconvolse il settore nel 2001: «Anni difficilissimi. Il mercato subì un tracollo del 50%». Le difficoltà non l’hanno spinto ad adottare un modello intensivo: i bovini sono in «stabulazione libera su lettiera», tecnicismo per dire che si muovono liberi nella stalla. Nel gruppo delle vacche spicca una nera più grande delle altre, incrocio fra Limousine e Charolaise: «È la leader. Il gruppo è sempre strutturato gerarchicamente». Con le femmine il toro Ambrogio, dal pelo rossiccio, che se ne sta in disparte con il collo gonfio: «Fa così quando ci sono gli estranei». La macellazione è un «momento inevitabile finché si mangerà la carne» ma gli atti di crudeltà sono banditi. I vitelli si macellano a 10 mesi, gli adulti in media a 20 mesi ma si arriva a 30. Gli ostacoli sono tanti: «Il carico fiscale fino al 65%, gli sgravi per le startup ma non per noi. Una bestia non ancora macellata vale 2,50 euro al chilo, noi ne spendiamo 2,20, tra alimentazione e spese vive. Solo l’antibiotico costa 250 euro». In un mondo dove c’è inflazione per le zucchine, «il prezzo della carne rimane al palo per gli allevatori» sottolinea Alessandro. La strategia di sopravvivenza è la vendita diretta. La carne di Verga, socio Coldiretti, la si trova, a Milano, nei mercati di Campagna Amica di via Friuli e via Lorenzini. Consigliabile un salto nel negozio in cascina, giovedì (16-19), venerdì e sabato (9-12.30 e 16-9).