Allarme siccità "Per uscire dall’emergenza subito invasi di riserva"

Il nuovo presidente di Anbi Lombardia Alessandro Rota di Cassano d’Adda spiega le proposte per superare questa crisi: si cominci a progettare.

Allarme siccità  "Per uscire dall’emergenza  subito invasi di riserva"

Allarme siccità "Per uscire dall’emergenza subito invasi di riserva"

di Barbara Calderola

Dai campi alla testa di Anbi, la cabina di regia che riunisce i 12 consorzi lombardi di bonifica e irrigazione sceglie come guida Alessandro Rota, il 36enne imprenditore agricolo di Cassano d’Adda e presidente di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza. Un ruolo chiave nella governance del gruppo che gestisce la delicatissima partita dalla quale dipende la sopravvivenza del settore.

In primo piano, l’allarme siccità, al centro del programma della nuova governance, "le misure per affrontare il protrarsi della difficile situazione legata al cambiamento climatico. Dobbiamo uscire dall’emergenza – spiega il presidente Alessandro Rota – e iniziare a progettare. Per prima cosa dobbiamo favorire l’invaso dei laghi".

Sul fronte degli investimenti strutturali "bisogna cogliere le opportunità del Pnrr e del Programma di sviluppo rurale per un ulteriore efficientamento dei canali e, più in generale dell’uso delle risorse idriche - aggiunge -. Nella nostra regione sono in gioco 600mila ettari di terreni. La Lombardia ha infatti la superficie irrigata più estesa d’Italia (il 23% di quella nazionale)".

Si corre per salvare raccolti e comparto, il rischio nel 2023 è lo stesso dell’anno scorso, la sete della terra è identica a quella di 12 mesi fa "e in queste condizioni l’agricoltura lungo l’Adda rischia danni per più di 500 milioni. Le semine primaverili hanno bisogno di acqua per crescere e assicurare cibo Made in Italy sulle nostre tavole".

Cassano d’Adda è la capitale del sistema idrico della zona, dove oltre al fiume si incrociano i canali Muzza, che bagna 50mila ettari di territorio, Martesana, che provvede ad altri 25mila, Retorto e le rogge Vailata e Rivoltana. Un reticolo fondamentale per la coltivazione di oltre centomila ettari, un polmone essenziale per il distretto.

A preoccupare i produttori è la mancanza di precipitazioni, "le riserve idriche sono inferiori di oltre il 50% rispetto alla media degli anni 2006-2020".

"Serve un piano per aumentare la raccolta di acqua piovana che oggi è ferma ad appena l’11% - chiarisce Paolo Carra, vicepresidente di Coldiretti Lombardia -. Con Anbi abbiamo pronti infatti una serie di interventi che potrebbero partire subito e che garantiranno acqua per uso civile, per le coltivazioni e per generare energia pulita. Serve però partire e cominciare il prima possibile per evitare di perdere ancora del tempo".

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