Razzante*
In Europa, secondo quanto rivelato dal recente rapporto “Health Behaviour in
School-aged Children“ (HBSC) condotto dall’Ufficio Europeo dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), il fenomeno del cyberbullismo sta assumendo proporzioni preoccupanti. Un adolescente su sei, compreso tra gli 11 e i 15
anni, ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo. Ancora più preoccupante è il fatto che circa il 12% degli adolescenti si è reso responsabile di tali atti. Questi dati rivelano un aumento significativo del cyberbullismo tra i giovani adolescenti, sia come vittime che come aggressori; ed evidenziano la
necessità di strategie mirate per proteggere il benessere mentale ed emotivo
dei più giovani.
In verità l’Italia sembra avere numeri inferiori alla media continentale. Tuttavia,
ciò non dovrebbe farci abbassare la guardia, ma piuttosto stimolare un’azione
preventiva e proattiva per proteggere i giovani dai danni del cyberbullismo.
É ormai evidente che servono strategie globali per affrontare il cyberbullismo e proteggere il benessere mentale ed emotivo dei giovani. Occorre coinvolgere genitori, educatori, responsabili politici, e le stesse piattaforme digitali. La prevenzione è fondamentale e dovrebbe iniziare fin dalla prima infanzia, insegnando ai bambini i principi del rispetto online, della gentilezza e della
responsabilità digitale. Gli adulti devono essere consapevoli dei rischi che
corrono i loro figli e sono chiamati ad intervenire tempestivamente per proteggere i giovani vulnerabili. Dal canto loro le piattaforme digitali hanno la
responsabilità di creare ambienti sicuri e inclusivi per i loro utenti ed è auspicabile che nel prossimo futuro implementino politiche rigorose contro il cyberbullismo e investano nelle tecnologie di Intelligenza Artificiale per identificare e mitigare gli abusi online.
*Docente di Dirittodell’informazione in Cattolica
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