THOMAS FOX
Cronaca

Alla scoperta del Tombone. Un giardino è spuntato fra i rovi: "È il mio quadro più bello"

Fossati, ex funzionario, in otto anni ha trasformato una discarica in un paradiso aperto a tutti "Avevo idea di cosa volevo realizzare: noi pittori sappiamo come riempire una tela bianca".

Alla scoperta del Tombone. Un giardino è spuntato fra i rovi: "È il mio quadro più bello"

Fossati, ex funzionario, in otto anni ha trasformato una discarica in un paradiso aperto a tutti "Avevo idea di cosa volevo realizzare: noi pittori sappiamo come riempire una tela bianca".

"Ho avuto una visione: ho visto quello che avrei potuto realizzare. E il tempo mi ha dato ragione". Parla con orgoglio Emilio Fossati, 68 anni e un passato da funzionario della Siemens. Ma soprattutto, una passione per l’arte, che lo ha portato a realizzare un vero e proprio "quadro in movimento". Situato a Limito (frazione di Pioltello), a pochi chilometri da Milano, il “Tombone” è il suo giardino botanico, incasellato fra due corsi d’acqua e impreziosito da anfore, statuette, maschere greche e svariate specie di piante. Un piccolo "angolo di paradiso", aperto a tutti e realizzato, quasi da solo, in otto anni di duro lavoro.

Come è nata l’idea?

"Mia madre mi apparve in sogno, nel 2016 e mi chiese di farle una grotta con una Madonnina. La voleva qui al Tombone, un fosso di campagna dove da piccolo mi portava a fare il bagno: erano gli anni ’50 e noi poveri, per immergerci in acqua, dovevamo venire qui".

Quando ha iniziato i lavori com’era il Tombone?

"Era una discarica a cielo aperto e i corsi d’acqua erano nascosti dai rovi. Io ho cominciato a sistemarlo e ho realizzato i terrazzamenti, le ringhiere, i muretti, ho piantato gli ulivi, le ginestre, i noccioli… Tutto con una chiara idea di come sarebbe diventato perché noi pittori, quando abbiamo di fronte una tela bianca, sappiamo già come riempirla". E lei come l’ha riempita?

"Con pergole, panchine, un Cristo incastonato in una croce di cemento armato... Poi ho costruito l’Affaccio dei desideri: una finestra in stile gotico da cui ci si può sporgere, con gli occhi chiusi, per esprimere un desiderio. C’è anche un mio quadro, dietro a due piante di ippocastano che, con la loro ombra, formano delle “nuvole in movimento”. Quasi fosse un quadro vivo".

Dove ha preso il materiale?

"Un po’ nelle cascine abbandonate. Molte piante me le hanno invece donate i cittadini, ma la maggior parte le ho comprate, come i vasi e le statue del Canova. Un mio conoscente stima una spesa di almeno 10mila euro. Per non parlare del tempo che ci ho speso, perché al Tombone vado ogni giorno per un minimo di due o tre ore".

E ha fatto tutto da solo?

"La maggior parte dei lavori. Un aiuto me lo ha dato un vicino e negli ultimi anni si sono aggiunti tre pensionati che tagliano l’erba, potano le piante e raccolgono le erbacce. Ogni tanto mi danno una mano anche alcuni ragazzi. Quando morirò spero che raccoglieranno il mio testimone: non voglio che tutto questo sparisca nel nulla".

Il Tombone come viene vissuto dai cittadini?

"Le persone passeggiano e si rilassano, al fresco, cullate dal canto degli usignoli. Certo, ho subito anche atti di vandalismo: mi strappavano i pannelli solari, mi gettavano le piante nel fosso. Danni cui si aggiungono quelli del maltempo: la tromba d’aria del 4 luglio 2023 ha buttato giù alcune piante, e quando l’ho scoperto sono scoppiato a piangere. Ma quando si rompe qualcosa io la rifaccio più bella di prima".

E l’amministrazione comunale come valuta il Tombone?

"Nel 2019 mi ha premiato con un diploma di benemerenza e la cittadinanza onoraria. La Giunta mi ha anche detto che cercherà di salvaguardarlo se un domani dovessero costruire degli edifici qui vicino".

Adesso a cosa sta lavorando? "A inizio 2024 ho cominciato il “Tombone 2”, lungo il proseguimento della roggia. Entro l’anno dovrebbe essere finito, ma anche allora continuerò con la manutenzione, finché avrò energie".