Alla (ri)scoperta dell’ultima marcita

Nella Pianura padana, le antiche marcite cistercensi sono in declino. A Peschiera Borromeo, resta una delle ultime, tema di un incontro il 16 maggio.

Nei paesaggi rurali di una volta, nella Pianura padana, era facile imbattersi nelle marcite, terreni irrigati in maniera permanente, dove l’erba, protetta dalla temperatura dell’acqua sorgiva, poteva crescere anche nei mesi invernali. Questi appezzamenti servivano per produrre foraggio e alimentare così il bestiame. Oggi quest’antica pratica ideata dai monaci cistercensi è quasi totalmente scomparsa: nel Parco agricolo Sud Milano restano solo 41 marcite su 61 Comuni. Una di queste si trova a Peschiera Borromeo, in località Monasterolo, all’interno dell’azienda agricola Antonio Chiappa. Anche di questo si parlerà il 16 maggio alle 21, nella biblioteca comunale di Peschiera, durante l’incontro “L’ultima marcita e la zona umida del mulino Borromeo“, a cura del naturalista, divulgatore e fotografo Walter Ferrari.

"Questa forma di utilizzo del terreno appartiene ormai all’archeologia agraria. Eppure, è ancora possibile trovarne alcune tracce. A Peschiera, ad esempio, dove 7 ettari adibiti a marcita consentono all’azienda Chiappa di produrre fieno, da rivendere – spiega Ferrari –. Un’altra marcita è presente alla Cascina Cassinetta di Settala".

A.Z.

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