Vendita del Milan da Elliott a RedBird. La Procura a caccia di prove: aperti pc e telefonini

Gli investigatori hanno iniziato le copie forensi. L’analisi dei contenuti, eseguita per parole chiave, servirà a ricostruire i fatti.

L'Ad  rossonero Giorgio Furlani

L'Ad rossonero Giorgio Furlani

Milano, 27 marzo 2024 –  Dopo il sequestro dei device e dei telefoni, la procura di Milano sta procedendo con le copie forensi dei dati contenuti nei dispositivi informatici sequestrati nell’inchiesta della Procura di Milano sulla vendita del Milan da Elliott a RedBird avvenuta nell’agosto 2022. Le perquisizioni del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf sono partite, in Casa Milan, il 12 marzo su disposizioni della procura a carico dell’Ad Giorgio Furlani e del suo predecessore Ivan Gazidis. Le difese degli indagati (studio Bonelli Erede) hanno deciso di non ricorrere al Riesame contro le perquisizioni e i sequestri.

Dopo l’effettuazione delle copie forensi di tutti i dispositivi prenderanno il via le analisi sui contenuti da parte degli investigatori. La ricerca sarà effettuata attraverso una quarantina di parole chiave già selezionate che consentiranno di scavare tra mail e messaggi scambiati e altri documenti utili. Proprio dalle analisi sui dispositivi si attendono risposte e riscontri sull’ipotesi contestata di un controllo ancora attuale da parte di Elliott sul Milan, una sorta di proprietario "occulto" dopo la “presunta“ vendita simulata al fondo di Gerry Cardinale.

Tra i possibili motivi per i quali, secondo le ipotesi degli investigatori, Elliott avrebbe deciso di mantenere il controllo del Milan, dopo aver venduto sulla carta il club a RedBird, ci potrebbe essere la volontà di ricapitalizzare, cioè di fare entrare nuovi soci investitori, tenendo conto, poi, che il fondo di Paul Singer incassa interessi al 7% sul finanziamento da 560 milioni di euro concesso al "compratore", cioè al fondo di Gerry Cardinale. Da un lato, dunque, come indicato nel decreto di perquisizione eseguito nell’inchiesta, Elliott, che controllerebbe già la squadra del Lille in Francia, grazie a questo meccanismo gestirebbe in "conflitto di interesse" rispetto ai regolamenti Uefa e in modo occulto anche il Milan. Dall’altro lato, sebbene non compaia formalmente come reale proprietario del club rossonero, avrebbe comunque un guadagno da una probabile ricapitalizzazione della società, con l’ingresso di nuovi soci.

Il "nuovo investitore", infatti, si legge in un documento acquisito nell’inchiesta dei pm Giovanni Polizzi, Giovanna Cavalleri e del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, cioè l’"Ac Milan Investor Presentation", entrerebbe "nella proprietà" con il 41,7% acquistando l’80% del finanziamento del venditore, ossia quello concesso da Elliott a RedBird e su cui quest’ultima paga alti interessi. In sostanza, in questo modo, Elliott continuerebbe a gestire la società e a guadagnare sulla ricapitalizzazione, stando almeno alla ipotesi investigativa che dovrà essere dimostrata. A fine mese con gli accertamenti tecnici sui device potrebbero uscire altri elementi a completare il quadro, e l’indagine potrebbe approfondire anche altre ipotesi di reato. Per ora il perimetro dell’inchiesta resta quello indicato nel decreto di perquisizione e gli investigatori stanno seguendo i passi canonici del sequestro materiali e della valutazione attraverso le copie forensi.

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