Diana Pifferi, la piccola è stata drogata: senza benzodiazepine poteva salvarsi

Milano, la bimba morta di stenti. Il quadro accusatorio per la madre Alessia Pifferi si aggrava: ipotesi ergastolo per omicidio premeditato

Alessia Pifferi e la piccola Diana

Alessia Pifferi e la piccola Diana

Milano -  I primi esiti degli esami tossicologici sul cadavere di Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi lasciata morire di fame e di sete dalla madre Alessia, hanno confermato la presenza di tracce di benzodiazepine nel latte contenuto nel biberon, ma anche nei capelli e nello stomaco della piccola.  Oltre al potente sedativo, nello stomaco di Diana c’erano anche tracce del materiale di cui è composto il cuscino. 

Con la conferma che Diana è stata drogata si aggrava il quadro accusatorio e viene meno la possibilità che ad Alessia Pifferi si possa contestare solo la «morte come conseguenza di un altro reato», cioè le lesioni. Se Alessia non avesse drogato Diana - come aveva sostenuto, invece, fino a convincere anche i suoi legali - la piccola, probabilmente si sarebbe salvata, sarebbe stata in grado di alzarsi dal lettino da campeggio in cui dormiva abitualmente, avrebbe camminato in casa, bevuto l’acqua nella bottiglietta che era vicino al letto, avrebbe pianto, urlato e forse qualcuno l’avrebbe aiutata.

Risposte definitive arriveranno comunque dalla relazione finale sull’autopsia che sarà depositata nei prossimi giorni e indicherà i quantitativi di droga trovati nel corpo. Solo dopo, si potrà stabilire con precisione in quale modo questi possono aver inciso sull’agonia e poi sul decesso.

Ad oggi alla Pifferi sono  contestati l’omicidio con l’aggravante di  premeditazione,  dolo, abbandono di minore, minore età della vittima e vincolo parentale. Una sfilza di reati che potrebbero porterla dritto all’ergastolo. 

L’ultima carta che può giocarsi la difesa è la incapacità di intendere e volere della donna. Per il suo avvocato Solange Marchignoli, il comportamento “seduttivo“ della donna, che avrebbe convinto anche loro di non avere mai drogato la bimba, sarebbe il segnale evidente di una doppia personalità e quindi di un grave vizio di mente. 

Partirà nei prossimi giorni, poi, l’incidente probatorio su biberon, bottiglietta d’acqua e boccetta di En, allargato dal gip Fabrizio Filice, su richiesta dei legali di lei, anche all’appartamento, al pannolino, al cuscino e al materasso.

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