Alberto Genovese, con la riforma Cartabia pena sotto i 7 anni: ecco perché

La strategia dei difensori dell'imprenditore digitale condannato per due violenze sessuali

Alberto Genovese

Alberto Genovese

Milano - Niente processo d’appello (e sconto automatico di pena) per Alberto Genovese, l’ormai ex imprenditore del web condannato in primo grado a 8 anni e 4 mesi di reclusione per 2 casi di violenza sessuale su due modelle stordite con mix di droghe, tra il capoluogo lombardo, nell’attico “Terrazza Sentimento“, e Ibiza.

Il meccanismo Cartabia

La difesa ha rinunciato al secondo grado di giudizio sulla base delle nuove norme della riforma Cartabia, dato che in assenza di impugnazione in secondo grado scatta automaticamente lo sconto di un sesto sulla pena inflitta in primo grado. Ora, dunque, il giudice che ha emesso la sentenza applicherà per l’ex fondatore di startup digitali la riduzione prevista e la pena, che diventerà così definitiva, scenderà a poco meno di 7 anni.

La strategia per evitare il carcere

La partita per la difesa di Genovese, rappresentato dai legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari, si sposterà, poi, al tribunale di sorveglianza, perché l’ex imprenditore 45enne, arrestato il 6 novembre 2020 e da tempo ormai ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina, rischia di dover rientrare in carcere se l’Ufficio esecuzione della Procura emetterà un ordine di carcerazione “non sospeso“. E questo potrebbe succedere anche perché la violenza sessuale è reato ostativo alla concessione delle misure alternative alla detenzione.

La difesa, però, potrebbe puntare sul “pre-sofferto“, cioè sul calcolo del tempo già passato da Genovese in custodia cautelare. In quel modo potrebbe essere coperta la parte di pena comminata per le due violenze, contestate assieme alla cessione di droga alle ragazze. La pena collegata a quest’ultimo reato potrebbe essere scontata anche fuori da una cella.

La vittima e l'ex fidanzata

Intanto, una delle due vittime di Genovese, la modella all’epoca appena 18enne che avrebbe subito abusi nell’ottobre 2020 nell’attico di lusso a Milano, ha presentato ricorso in appello ai soli fini civilistici, insistendo, attraverso il legale Luigi Liguori, con la richiesta di risarcimento danni per poco più di 2 milioni di euro.

Il gup, con la sentenza dello scorso settembre, dispose invece una provvisionale per la giovane da 50mila euro, rimettendo l’accertamento sull’entità dei danni al Tribunale civile. L’avvocato della ragazza - calcolando i danni psichici, fisici, morali e anche patrimoniali "per incapacità lavorativa specifica permanente" della giovane indossatrice "nella misura percentuale del 40%" – è arrivato a riproporre col ricorso la somma già chiesta in primo grado.

Ha deciso invece di ricorrere contro la condanna Sarah Borruso, l’ex fidanzata di Genovese, condannata in abbreviato a 2 anni e 5 mesi per concorso nella presunta violenza di Ibiza ai danni di una modella 23enne.

 

 

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