MARIANNA VAZZANA
Cronaca

L’ecatombe degli alberi a Milano: in due settimane 45 piante crollate. Colpa del maltempo ma non solo

Tra gli ultimi casi, il bagolaro di fronte alla stazione Centrale e il grosso tronco in piazzale Martini. Tutti i numeri del patrimonio arboreo del capoluogo. Quanto ci costa mantenerli?

L’ultimo è crollato davanti alla stazione Centrale, in piazza IV Novembre: un tonfo ha allarmato i presenti quando il grosso tronco con rami e chiome è atterrato su alcune auto parcheggiate. Era un bagolaro, celtis australis, l’albero milanese che ha ceduto venerdì mattina dopo le ultime piogge che hanno sferzato la città. In totale, dal nubifragio del 15 maggio – che ha portato con sé anche l’esondazione di Lambro e Seveso – 45 alberi hanno capitolato nell’arco di 15 giorni: radici all’aria in parchi, viali verdi, giardini di scuole e altri luoghi, fortunatamente senza ferire nessuno. Tra i casi più eclatanti, quelli di via Solari e di via Marco De Marchi, in centro, che hanno comportato la chiusura dei tratti di strada interessati e la deviazione dei mezzi pubblici, ma anche quello dell’albero che precipitando ha rotto parte della recinzione dell’area verde di piazzale Martini.

L'albero caduto in via Solari il 16 maggio scorso
L'albero caduto in via Solari il 16 maggio scorso

Venerdì è toccato al bagolaro di piazza IV Novembre, "un albero monitorato – fa sapere l’assessora al Verde Elena Grandi – e che era stato classificato in classe C", e gli alberi di questa categoria presentano, come viene spiegato sul sito del Comune, "difetti di portamento e strutturali rilevanti che possono aggravarsi rapidamente". Uno stato che verosimilmente peggiora con il maltempo: "Ogni volta che piove così tanto – aggiunge l’assessora – constatiamo il crollo di alberi che non sono classificati in classe D (che devono essere abbattuti e sostituiti in fretta, perché in questo caso i rischi di caduta e schianti sono elevati, ndr ). Se il terreno si trasforma in fango, la tenuta cambia. O magari gli alberi scontano il maltrattamento delle radici avvenuto per esempio in 50 anni. C’è anche da considerare che con la pioggia le chiome diventano più pesanti. Ora stiamo attuando uno studio con gli agronomi, esperti del verde e università per programmare la sostituzione degli alberi caduti e anche per stabilire come intervenire in contesti a rischio. Abbiamo strade con alberature molto vecchie, stiamo facendo controlli a campione e, ad esempio, gli alberi di via Fabio Filzi risultano in classe D stando alle prove di trazione. La scelta coraggiosa è quella di sostituire, man mano, il patrimonio arboreo della città". Nell’ultimo aggiornamento, quello del 9 maggio scorso, 28 alberi risultano compromessi, in classe D, di cui alcuni al Peco Trotter e alti in altre zone della città che saranno oggetto di ulteriori verifiche.

Il patrimonio arboreo del Comune di Milano è costituito da oltre 248mila alberi di cui il 60% in parchi e giardini, il 29% in filari verdi e il rimanente nelle scuole o nelle aree di pertinenza degli edifici comunali. A questi si aggiungo quelli in aree boschive o gestite da altri enti, che portano il numero totale a 520mila in città. La spesa annuale per la manutenzione ordinaria è di quasi 20 milioni di euro. Le piogge incessanti e i violenti temporali hanno creato disagi già la scorsa estate: dopo il nubifragio del 25 luglio si sono registrati 5.426 alberi caduti che verranno sostituiti con altri, anche grazie al contributo di privati. Pensando al futuro? "Se noi proteggiamo gli alberi – parole dell’agronomo Alessandro Pestalozza, intervenuto nei giorni scorsi al convegno “Alberi di città. Rigenerare il verde di Milano“ al Museo di Storia naturale – non mettiamo in pericolo gli uomini".