
di Marianna Vazzana
Gli occhi distratti ci passano accanto senza neanche accorgersene. E in effetti sono quasi invisibili, circondati da chiome verdi e rigogliose d’inizio estate che contrastano con il loro aspetto perennemente invernale. Sembrano degli attaccapanni: nodosi, secchi, senza foglie. Alberelli che i cittadini del comitato Agiamo (Amici Giardini pubblici Montanelli) hanno battezzato “serial killed“. Una sequenza di arbusti piantati da poco, "non sopravvissuti". "Morti seriali ai Giardini Montanelli – scrive il presidente Enrico Pluda –: ovunque ti giri ne trovi uno: il giovane albero secco. Oggi ne abbiamo contati una ventina ma siamo sicuri che il numero sia in difetto. È alla fine della primavera che, anche a occhio, si capisce se una pianta senza foglie è morta, non c’è bisogno di essere degli esperti. Quando succede a un vecchio albero è molto triste ma, quasi sempre, fa parte del naturale ciclo vitale. Quando invece muoiono alberelli appena piantati allora la tristezza diventa rabbia". Le piante nuove solitamente arrivano a compensare quelle abbattute perché a rischio crollo o malate. E non sempre sopravvivono fino all’anno successivo.
Stavolta, a complicare la situazione ci si è messa anche la siccità. Ma lo “spettacolo“ degli alberelli secchi fa storcere il naso ai cittadini da prima che le temperature si alzassero toccando picchi di 37 gradi: "Soldi e tempo (la risorsa più preziosa) – continua Pluda – buttati via a causa esclusivamente di incompetenza e incuria umana, qui la natura non c’entra". Il cittadino ipotizza che "gli alberi piantati fossero sofferenti da tempo, messi in zone e in tempi sbagliati, messi a dimora senza una adeguata preparazione del terreno o addirittura senza terreno, piantati e abbandonati in quanto mai adeguatamente innaffiati e seguiti". L’auspicio è "che Comune Municipio 1 si interessino alla questione. Se ogni tre anni succede questo, si perde “vita” e cioè la possibilità di avere crescite di 3, 6, 9 anni e così via, e tutte le volte si ricomincia da zero". Quindi con nuovi alberi, sempre giovani, che dovranno crescere. Di conseguenza ci vorranno anni perché assorbano le emissioni di anidride carbonica e facciano ombra.
"Non è un problema di mezzi economici, visto che gli alberi nuovi arrivano. Il fatto è che poi non vengono seguiti adeguatamente e diventano secchi. Noi ne abbiamo contati una ventina – ribadisco – ma sono sicuramente di più. E ci domandiamo: se sono così tanti solo in questo giardino metropolitano, quanti sono in tutta Milano i piccoli alberi secchi? Sono solo ai Giardini Montanelli? Un po’ più di cura e attenzione non guasterebbe, perché il patrimonio verde è una delle più grandi ricchezze da tutelare".