
Il sedicenne è scappato all’alt degli agenti del commissariato Lorenteggio e si è schiantato contro una pensilina dei mezzi pubblici in via Segneri
In fuga dalla polizia. La ripartenza improvvisa dopo un primo stop e lo schianto finale contro una pensilina dei mezzi pubblici, con un trentatreenne filippino ferito dalle schegge di vetro. Un fatto "di inaudità gravità" per il giudice del Tribunale dei minorenni Luca Dell’Osta, che su richiesta della pm Brunella Sardoni ha imposto la misura cautelare della permanenza in casa al sedicenne N.K., accusato di resistenza a pubblico ufficiale e già plurisegnalato per spaccio di droga, rapina, furto e lesioni.
La ricostruzione dell’ennesimo inseguimento per le vie della città ci riporta alle 17.25 del 6 maggio, quando due poliziotti di pattuglia del commissariato Lorenteggio, guidato dal dirigente Paolo Catenaro, incrociano in via Giambellino l’adolescente al volante di un Land Rover Discovery che sfreccia a tutta velocità: lo riconoscono subito e gli intimano l’alt, ma lui accelera e imbocca contromano via Recoaro, strada a senso unico. Dopo alcune decine di metri, il conducente, che è in compagnia di un amico, frena, verosimilmente per scappare a piedi, ma si ritrova un agente vicino alla portiera anteriore sinistra. A quel punto, il sedicenne riparte, mettendo in pericolo l’incolumità del poliziotto. La corsa impazzita prosegue in via Lorenteggio, fin quando la Range Rover esce di strada all’incrocio con via Segneri e finisce contro la pensilina. I due ragazzi scendono dall’auto e riescono ad allontanarsi, ma K. perde il cellulare e il bancomat intestato alla madre. Gli investigatori di via Primaticcio vanno a bussare a casa del minorenne, ma il compagno della madre dice di non vederlo da un paio di giorni. Passa qualche ora, e K. si presenta con la mamma in commissariato, preceduto da una mail del suo legale: conferma che era alla guida del Discovery e aggiunge di non essersi fermato perché senza patente (mai conseguita per ovvie ragioni anagrafiche). In quell’occasione, viene denunciato a piede libero, ma la Procura chiede comunque (e ottiene) un provvedimento cautelare.
"Solo una rilevante e consistente dose di fortuna – ha messo nero su bianco il giudice – ha impedito esiti ben peggiori, tenuto conto non solo del fatto che il giovane ha percorso, in totale spregio delle regole del codice della strada, alcune vie non secondarie a Milano, ma anche della circostanza che la fuga è terminata con uno schianto contro una pensilina dell’autobus, ove erano presenti alcuni passeggeri in attesa del mezzo, uno dei quali si è anche ferito". E ancora: "L’essersi presentato presso la polizia non va ricondotto a una qualche forma di resipiscenza spontanea, ma, come emerge pacificamente dalla pec inviata dal difensore, a una strategia finalizzata a non essere arrestato".