Aggressione piazza Beltrade, il gestore: "Pestato da 3 banditi e il mio chiosco distrutto"

Il racconto choc del 60enne: ho provato a reagire per evitare il furto, sono diventati delle bestie

edicola devastata

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«Non mi aspettavo una cosa del genere. Ora ho il terrore che possano tornare a farmi del male». Il gestore del chiosco di giornali e souvenir di piazza Santa Maria Beltrade, affacciata su via Torino, è stato vittima di una tentata rapina lo scorso sabato. L’uomo, 60 anni, originario del Marocco, è riuscito a salvare l’incasso ma è diventato bersaglio della furia dei rapinatori, descritti come tre ragazzi italiani tra i 25 e i 30 anni, che gli hanno scaraventato addosso oggetti dopo aver fallito la loro “missione criminale”. «Sono stato al Policlinico per il dolore alla gamba destra. Ho avuto tre giorni di prognosi». Insieme a lui c’era la moglie, coetanea, che ha assistito alla scena. La polizia locale è intervenuta subito. Ascoltando i testimoni e visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza, i ghisa sono riusciti a risalire ai banditi scoprendo che alloggiavano in un appartamento preso in affitto per alcuni giorni in via Mazzini, sempre in centro: lì hanno scovato il S.C., 23 anni, ritenuto responsabile del tentato furto, ora in stato di fermo. I due complici restano ricercati. 

Cos’è accaduto sabato?  «Ero al lavoro con mia moglie, come tutti i giorni. Di solito io comincio al mattino presto, poi riposo all’ora di pranzo e nel primo pomeriggio, per poi tornare al chiosco. Sabato alle 16 tre ragazzi si sono avvicinati e mi hanno chiesto di poter vedere della merce. Due mi hanno fatto domande su articoli che erano esposti davanti, sono uscito per mostrarglieli. Nel frattempo il loro amico è entrato da dietro, approfittando del fatto che non fossi più al bancone, per mettere le mani sull’incasso. Ma me ne sono accorto... Io ero sospettoso perché avevo già visto quei tre i giorni prima (erano stati notati mentre camminavano per via Torino vendendo calze custodite in alcuni borsoni)».  E a quel punto?  «A quel punto ho reagito, dicendogli di non toccare niente. Ma è scoppiato un pandemonio: vistosi scoperto, il ragazzo si è agitato, come gli altri due. Hanno cominciato a danneggiare il chiosco, sbattendo oggetti sul vetro protettivo e rompendolo, scaraventando sui giornali gli espositori degli occhiali e buttando roba addosso a me. Non mi hanno messo le mani addosso, ma mi hanno fatto male con quei lanci. Erano pieni di rabbia per non essere riusciti a rubare e volevano mettermi in difficoltà per poter scappare senza che provassi a impedirglielo».  Sua moglie è stata coinvolta?  «Lei ha assistito alla scena dalla parte frontale del chiosco. Ha sentito urlare e ha poi visto questi ragazzi buttare all’aria tutto. Si è spaventata, come me».  Chi l’ha soccorsa? «Una pattuglia della polizia locale che era già in via Torino, chiamata da alcuni passanti. Gli agenti si sono interessati subito a me e sono stati molto gentili. Sono andato all’ospedale la sera, perché mi faceva molto male la gamba destra. Ho avuto tre giorni di prognosi. Ho ripreso però a lavorare, anche se ho sempre paura che quei banditi possano tornare. Non mi sento più sereno come prima». 

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