Aggredita nel suo studio da uno sconosciuto: "Dopo quattro anni lui è ancora libero"

L’avvocato Paola Marioni nel 2017 fu quasi uccisa. Da allora è sotto scorta: "Telefonate mute e paura"

L’avvocato Paola Marioni

L’avvocato Paola Marioni

Milano, 14 marzo 2021 - La vicenda giudiziaria di Paola Marioni, 59 anni, avvocato, quasi morta dopo essere stata accoltellata, nel luglio del 2017, all’interno del suo studio in via dei Pellegrini, zona Porta Romana, è ferma all’8 febbraio del 2020, quando fu indagato un pensionato di 73 anni di Abbiategrasso indicato come presunto colpevole del tentato omicidio e poi scagionato dal Dna. Le indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Giovanni Polizzi, saranno prorogate.

Avvocato, questo fa sperare che ci sia una pista precisa? "Della proroga non ne sapevo nulla. La procura non mi ha più chiamata. Non ho contatti con gli investigatori". Lei ha ancora la scorta? "Sì, e ci mancherebbe, chi ha tentato di uccidermi è ancora libero, potrebbe tornare a cercarmi per finire il lavoro". Dal luglio del 2017 sono passati quattro anni in cui gli investigatori hanno scandagliato la sua vita alla ricerca di un colpevole. Come ha vissuto questi anni? "Male, sono cambiata, ho paura di tutto, mi rimbomba in testa la frase che mi disse quell’uomo mentre tentava di uccidermi con coltellate ovunque, alla gola, all’addome: “Così la prossima volta impari“. Impari cosa? E perché? E mi sembra di vederlo, di riconoscerlo nel viso di persone che incontro, mentre cammino". Ci può dire se ci sono elementi nuovi che giustificano l’allungamento delle indagini? "Quest’ultimo anno è stato un incubo, ricevo telefonate anonime. Almeno una decina in questi ultimi mesi" Telefonate con minacce? "No, sono persone che mi chiedono appuntamenti di lavoro, ma quando sento voci “incerte“ e chiedo loro se possono essere più precisi, se mi lasciano il cellulare o chiedo dove abitano per capire qualcosa in più, mi riattaccano il telefono. E poi magari squilla di nuovo, penso che siano loro, invece non parlano più, il silenzio. Questa situazione mi crea un profondo senso di angoscia". Si è fatta una idea su chi può essere il suo aggressore? "Va cercato sicuramente tra i miei clienti, qualcuno che ce l’ha con me. Qualche torto commesso involontarimente o percepito come tale". La Procura non ha mai smesso di cercare e pare che oggi ci qualcosa su cui insistere "Io spero solo che non si stanchino di indagare e che non chiedano l’archiviazione, perché quell’uomo così feroce potrebbe venire a cercare me o cercare di uccidere ancora".  

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